GIOBBE
Consideriamo
questa riduzione del libro
della Bibbia "Giobbe", come al solito,
come un “sogno” collettivo
in cui ciascuno di noi può, identificandosi con il protagonista
della storia, e
interiorizzando tutti i personaggi, ritrovare il suo sogno personale
suggeritogli dal Sé
per condurlo e guidarlo sul Sentiero della Reintegrazione. Dopo aver
sintetizzato e adattato anche questa parte della Bibbia a copione
teatrale per poterla
rappresentare nel nostro teatrino del CIS, ecco che questo nostro
Giobbe
semplificato e ridotto per necessità
di “lavoro” all’essenziale,
è pronto per essere posto
sull’Albero e organizzato in un “viaggio iniziatico”, vale a dire
considerato come una discesa agli inferi e una risalita sull’Albero.
Giobbe (= il tentato -
oppure: dov'e` il Signore?), con la moglie, rappresenta il nostro
Assiah; puo` essere considerato come una personalita` che e`gia` al
servizio del Se`, infatti e` un 'giusto' (v. Ez.14,14) e il Signore
stesso lo considera tale (Gb.1,8 e poi 2,3), ma, appunto perche`giusto,
pio,
cioe`'oro', deve essere
saggiato, messo alla prova, tentato. Ma la tentazione non e` come in
Genesi (Gn. 2, 16-17) relativa all'obbedienza, ma molto piu` sottile, e`
una tentazione relativa alla fede nella 'Giustizia' del Giusto per
eccellenza....
La discesa agli inferi di
Giobbe si attua con il duplice intervento dell'avversario
(satana) che, in un primo
tempo (satana 1) lo colpisce nelle sue ricchezze e nei suoi affetti (i
figli), e subito dopo (satana 2) direttamente nella sua 'pelle'. Giobbe
e` cosi` assolutamente povero, terribilmente solo e ridotto tutto a d
una piaga; anche la moglie (sua contro-parte femminile che abbiamo posto
sulla colonna di sinistra di Assiah) lo contrasta, e quelli che
dovrebbero essere i suoi amici Elifaz (Eli-Fa = Luce-dovere), Bildad
(Bil-Da = spensieratezza-serpente) e Zofar (Zo-Fa = Splendore-dovere) lo
considerano erroneamente niente altro che un peccatore che non sa
neppure riconoscere i propri falli. Abbiamo posto Bildad in Yesod,
perche` e` attraverso la fioritura di questa sephirah che si inizia la
scalata dell'Albero, cioe` la conoscenza del 'serpente'; Zofar in Hod,
perche`attraverso lo Splendore
mercuriale si sperimenta la
stabilita` nel cambiamento; ed Elifaz in Netzach, perche` attraverso la
Vittoria su noi stessi conosciamo quello che dobbiamo veramente 'fare'.
Ma i discorsi degli 'amici' non confortano il povero Giobbe, cioe` il
'lavoro' sui tre centri non e` sufficiente per riportare l'armonia
nell'Albero; deve intervenire nella storia un altro personaggio, Eliu (=
Elia = JHVH e` il mio Signore) affinche` il viaggio possa proseguire.
Egli stesso adempie alla funzione dell'angelo che intercede per il suo
protetto (Gb. 33, 23-26). Abbiamo posto Eliu sulla sephirah Tiphereth,
la sephirah del cuore, che apre la porta alla comunicazione con Daath,
la sephirah della Coscienza, la` dove si puo` udire la Voce dell'Io
Sono. La porta che Eliu apre e` quella che permette di ri-conoscere il
Signore (Gb. 36, 33 e 37,2). La sua Voce, che ovviamente abbiamo
collocato come al solito in Daath, e` preceduta dal 'fragore' e si ode
'di mezzo al turbine' (cfr. 1Re 19, 11-12: Il Signore appare ad Elia).
Per ascoltare la Voce occorre fare silenzio e solo.... ascoltare: e`
quello che fa Giobbe e, udita Quella Voce, automaticamente viene
reintegrato nello stato di Grazia primitivo, precedente alla
'tentazione', stato di Grazia che ora risulta piu` che raddoppiato...
Grazie. Franca Vascellari.
GIOBBE - Albero Cabalistico
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