I VIAGGI DI GULLIVER

 

Per la sintesi del libro v.  it.wikipedia.org/wiki/ I_Viaggi_di_Gulliver

 

I viaggi di Gulliver int. cab.

 Possiamo considerare questo romanzo dell’inglese Swift Jonathan (1667-1745) come al solito una discesa agli inferi, in cui l’autore, narrandoci le avventure del suo eroe, si mostra nella sua interiorita` come farebbe un amico che ci raccontasse un suo sogno e noi, entrando nella storia percorreremo con lui un viaggio nella nostra psiche, servendoci della simbologia delle immagini descritte e del significato delle parole e collocando personaggi e avvenimenti sull’Albero cabalistico.
Cominciamo ad esaminare i significati di alcuni nomi che incontriamo nel romanzo:

Gulliver:

gull =  gabbiano, ma anche credulone; to gully = scavare

very = molto, assai

to live = vivere; liver = fegato

Questi significati nel loro insieme ci fanno intravedere le caratteristiche del nostro protagonista: egli e` come un gabbiano, che vola nel cielo, desideroso di spazi e liberta`, ma che non disdegna la vicinanza degli uomini per potersi nutrire piu` facilmente, crede a cio` che puo` immaginare ed e` disposto a scavare (a scavarsi) assai per conoscere se stesso e imparare a vivere meglio. Il fegato e` un organo del corpo a cui viene omologato il coraggio e il nostro viaggiatore di coraggio deve averne per poter ogni volta ripartire con la sua “nave”.

Lilliput:

to lie = mentire, ma anche giacere

to put = mettere, posare

Blefuscu:

to blend = mescolare

to fuse = fondere

to scud = correre; to scuff = camminare; to scurry = affrettarsi

Gulliver affronta  all’inizio il mondo (regno) ‘piccolo’, poi affrontera` il mondo (regno) ‘grande’. Le proporzioni di uno a dodici e poi di dodici a uno sono il suo modo di rapportarsi alla ‘misura’, al ‘metro’, cioe` a se stesso, l’uomo. Se consideriamo il dodici come relativo allo zodiaco (le dodici tipologie fondamentali dell’umanita`), allora Gulliver  diventa lo specchio di Swift che vede l’altro da se` ora nella sua ‘piccolezza’ ora nella sua ‘grandezza’, ma sempre nelle sue prerogative ridicole perché piene di difetti. Lilliput-Blefuscu sono due isole i cui gli abitanti si combattono, due tendenze opposte dell’animo: una che vuol nascondere (mentire, posare), ‘rompere l’uovo dalla parte piu` sottile’ l’altra che vuol mostrare (mescolare, fondere, affrettarsi), ‘rompere l’uovo dalla parte piu` grossa…’ ma invece di accordarsi su una libera scelta di metodo o per un governo alternato in cui si rispetti il pensiero altrui, i due popoli del mondo piccolo, si fanno la guerra per niente. E Gulliver che era disposto ad aiutare le due fazioni, per salvare la sua vita deve fuggire.
Sognare di essere un ‘gigante’ rispetto agli altri significa dover imparare a conoscere quella parte di se` che vorrebbe essere ‘grande’ vale a dire, potente, importante, mitica, ma che non riesce mai a farsi apprezzare per il suo reale valore di fedelta`, correttezza e servizio  dalla sua componente ‘piccola’ proprio perché, quando ‘il piccolo regno’ e` sempre in guerra interna, allora anche ‘il grande’ non riesce a pacificarlo, trovandoselo sempre in opposizione, in non-collaborazione… e spesso capita poi, come in questo caso, che anche ‘il grande’ non sappia che cosa realmente voglia.
Abbiamo posto il primo viaggio di Gulliver sull’astrale nero e piu` propriamente in Hod, come conoscenza di questo centro, relativo agli intrighi, alle dispute, alla falsita`, ai tradimenti.

La seconda parte del libro e` dedicata al viaggio nella terra di Brobdingnag, la terra dei giganti. Brobdingnag: to broaden = allargarsi - to din = risuonare - to gnaw = tormentare
Per la legge del compensazione o del contrappasso, Gulliver, dopo essere stato ‘grande’ deve ora sperimentare l’essere ‘piccolo’. La` dove tutto si e` ‘
allargato’ smisuratamente, tutto risuona amplificato, tanto da farlo sentire tormentato da un incubo.
Sognare di essere ’piccolo’ rispetto agli altri significa dover imparare a conoscere quella parte di se` che vorrebbe essere coccolata, nutrita, vezzeggiata, ammirata dalla componente ‘grande’.
Ma dove  tutto  e` ‘grande’,  tutto e` anche pericoloso per chi e` piccolo: la mano che lo solleva, una mollica di pane su cui inciampa ecc. per non parlare poi di gatti, cani e topi, scimmie ecc. che diventano ovviamente mostri giganteschi. Di certo la posizione di Gulliver in Brobdingnag non e` piu` favorevole di quella del primo viaggio, ora ‘piccolo’,  non solo egli e` alla completa merce` del ‘grande’, ma deve anche subirne il giudizio negativo sulla sua patria, ed i suoi simili.. qui la possibilita` di fuga gli viene offerta dall’aquila (che simboleggia la mente  che spazia nel cielo del possibile e anche la vittoria del bene sul male) e che lo salva opportunamente da una situazione insostenibile.
Abbiamo posto il secondo viaggio di Gulliver sempre sull’astrale nero ma in Netzach, come approfondimento del centro relativo all’abbondanza, alla grandezza, ma all’eccesso in ogni cosa.

La terza parte del libro narra le avventure nell’isola volante di Laputa e l’incontro con gli scienziati di Lagado.

Laputa: to lap = avvolgere - ut (opi)a =  utopia

Lagado: to lag = indugiare - to addle = confondere, ma anche marcire

Credere di poter governare il ‘regno’ da un punto di vista diventato tanto astratto da non avere piu` contatto alcun con la realta` (come e` l’isola volante), significa farsi ‘avvolgere’ dall’’utopia’ piu` assurda e creare solo pensieri che ‘indugiano’ nella ‘confusione’ e nel ‘marciume’.
Abbiamo omologato il terzo viaggio di Gulliver alla discesa nel mentale nero, per la conoscenza degli errori del Geburah, centro del pensiero razionale e logico al bianco dell’errore nel mentale al nero.

La quarta parte del libro racconta le avventure di Gulliver nel mondo degli Houyhnhnms e degli Yahu dei cavalli bianchi e degli ominidi scimmieschi.

Houyhnhnms: how = come - inmost = interiore

Yahu = bruto

Il cavallo nei sogni e` simbolo di forza e vitalita`, e` un animale solare, nobile e intelligente, ma anche superbo e orgoglioso, istintuale e temibile, addirittura angosciante se nero e scalciante.
Il mondo degli Houyhnhnms e` un mondo quasi perfetto, e` un mondo tutto ‘interiore’ dove i vizi non sono ammessi, ma forse questa e` l’imperfezione: dove tutto e` ‘troppo’ perfetto, anche un Gulliver, che somiglia tanto ad un Yahu, cioe` a cio`che e` solo vizio, viene rifiutato e respinto nella sua terra d’origine, l’Inghilterra (=terra degli angli = degli angeli, dei messaggeri).
Abbiamo considerato anche quest’ultimo viaggio come una discesa nel mentale nero, nel Chesed negativo: essere perfetti e` meraviglioso, ma esserlo troppo, senza compassione e comprensione fa straripare la perfezione nel suo contrario.
Il romanzo di Swift termina con il ritorno di Gulliver in Inghilterra, e con la sua presa di coscienza di essere incapace di tornare alla normalita`(il maestro zen dopo l’illuminazione torna al mercato, alla vita di tutti i giorni e chiunque egli guardi si illumina). E` questa la prova che i suoi viaggi non sono stati assimilati e che l’energia ‘nera’ del ‘sottosuolo’ non e` stata riconvertita del tutto in energia ‘bianca’. Ci saranno per ‘Gulliver’ altre possibilita`, glielo auguriamo di tutto cuore.

Grazie. F.V.

 

 

ALBERO CABALISTICO



Indietro