I VIAGGI DI GULLIVER
Per la sintesi del libro
v.
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I_Viaggi_di_Gulliver
I viaggi di Gulliver int. cab.
Possiamo
considerare questo romanzo dell’inglese Swift Jonathan (1667-1745) come
al solito una discesa agli inferi, in cui l’autore, narrandoci le
avventure del suo eroe, si mostra nella sua interiorita` come farebbe un
amico che ci raccontasse un suo sogno e noi, entrando nella storia
percorreremo con lui un viaggio nella nostra psiche, servendoci della
simbologia delle immagini descritte e del significato delle parole e
collocando personaggi e avvenimenti sull’Albero cabalistico.
Cominciamo ad esaminare i significati di alcuni nomi che incontriamo nel
romanzo:
Gulliver:
gull =
gabbiano, ma anche
credulone; to gully = scavare
very = molto, assai
to live = vivere; liver = fegato
Questi significati nel
loro insieme ci fanno intravedere le caratteristiche del nostro
protagonista: egli e` come un
gabbiano, che vola nel
cielo, desideroso di spazi e liberta`, ma che non disdegna la vicinanza
degli uomini per potersi nutrire piu` facilmente,
crede a cio` che puo`
immaginare ed e` disposto a
scavare (a scavarsi)
assai
per conoscere se stesso e imparare a
vivere meglio. Il
fegato e` un organo del
corpo a cui viene omologato il coraggio e il nostro viaggiatore di
coraggio deve averne per poter ogni volta ripartire con la sua “nave”.
Lilliput:
to lie = mentire, ma anche giacere
to put = mettere, posare
Blefuscu:
to blend = mescolare
to fuse = fondere
to scud = correre; to scuff = camminare; to
scurry = affrettarsi
Gulliver affronta
all’inizio il mondo (regno)
‘piccolo’, poi affrontera` il mondo (regno) ‘grande’. Le proporzioni di
uno a dodici e poi di dodici a uno sono il suo modo di rapportarsi alla
‘misura’, al ‘metro’, cioe` a se stesso, l’uomo. Se consideriamo il
dodici come relativo allo zodiaco (le dodici tipologie fondamentali
dell’umanita`), allora Gulliver
diventa lo specchio di Swift che vede l’altro
da se` ora nella sua
‘piccolezza’ ora nella sua ‘grandezza’, ma sempre nelle sue prerogative
ridicole perché piene di difetti. Lilliput-Blefuscu sono due isole i cui
gli abitanti si combattono, due tendenze opposte dell’animo: una che
vuol nascondere (mentire,
posare), ‘rompere
l’uovo dalla parte piu` sottile’ l’altra che vuol mostrare (mescolare,
fondere, affrettarsi),
‘rompere l’uovo dalla parte piu` grossa…’ ma invece di accordarsi su una
libera scelta di metodo o per un governo alternato in cui si rispetti il
pensiero altrui, i due popoli del mondo piccolo, si fanno la guerra per
niente. E Gulliver che era disposto ad aiutare le due fazioni, per
salvare la sua vita deve fuggire.
Sognare di essere un
‘gigante’ rispetto agli altri significa dover imparare a conoscere
quella parte di se` che vorrebbe essere ‘grande’ vale a dire, potente,
importante, mitica, ma che non riesce mai a farsi apprezzare per il suo
reale valore di fedelta`, correttezza e servizio
dalla sua componente
‘piccola’ proprio perché, quando ‘il piccolo regno’ e` sempre in guerra
interna, allora anche ‘il grande’ non riesce a pacificarlo, trovandoselo
sempre in opposizione, in non-collaborazione… e spesso capita poi, come
in questo caso, che anche ‘il grande’ non sappia che cosa realmente
voglia.
Abbiamo posto il primo
viaggio di Gulliver sull’astrale nero e piu` propriamente in Hod, come
conoscenza di questo centro, relativo agli intrighi, alle dispute, alla
falsita`, ai tradimenti.
La seconda parte del libro e` dedicata al viaggio nella terra di
Brobdingnag, la terra dei giganti. Brobdingnag: to broaden = allargarsi
- to din = risuonare - to gnaw = tormentare
Per la legge del compensazione o del contrappasso, Gulliver, dopo essere
stato ‘grande’ deve ora sperimentare l’essere ‘piccolo’. La` dove tutto
si e` ‘allargato’
smisuratamente, tutto
risuona amplificato,
tanto da farlo sentire
tormentato
da un incubo.
Sognare di essere ’piccolo’ rispetto
agli altri significa dover imparare a conoscere quella parte di se` che
vorrebbe essere coccolata, nutrita, vezzeggiata, ammirata dalla
componente ‘grande’.
Ma dove
tutto
e` ‘grande’,
tutto e` anche pericoloso
per chi e` piccolo: la mano che lo solleva, una mollica di pane su cui
inciampa ecc. per non parlare poi di gatti, cani e topi, scimmie ecc.
che diventano ovviamente mostri giganteschi. Di certo la posizione di
Gulliver in Brobdingnag non e` piu` favorevole di quella del primo
viaggio, ora ‘piccolo’,
non solo egli e` alla
completa merce` del ‘grande’, ma deve anche subirne il giudizio negativo
sulla sua patria, ed i suoi simili.. qui la possibilita` di fuga gli
viene offerta dall’aquila (che simboleggia la mente
che spazia nel cielo del
possibile e anche la vittoria del bene sul male) e che lo salva
opportunamente da una situazione insostenibile.
Abbiamo posto il secondo viaggio di Gulliver sempre sull’astrale nero ma
in Netzach, come approfondimento del centro relativo all’abbondanza,
alla grandezza, ma all’eccesso in ogni cosa.
La terza parte del libro narra le avventure
nell’isola volante di Laputa e l’incontro con gli scienziati di Lagado.
Laputa: to lap =
avvolgere - ut (opi)a =
utopia
Lagado: to lag = indugiare - to addle =
confondere, ma anche marcire
Credere di poter governare il ‘regno’ da un
punto di vista diventato tanto astratto da non avere piu` contatto alcun
con la realta` (come e` l’isola volante), significa farsi ‘avvolgere’
dall’’utopia’ piu` assurda e creare solo pensieri che ‘indugiano’ nella
‘confusione’ e nel ‘marciume’.
Abbiamo omologato il terzo viaggio di Gulliver alla discesa nel mentale
nero, per la conoscenza degli errori del Geburah, centro del pensiero
razionale e logico al bianco dell’errore nel mentale al nero.
La quarta parte del libro racconta le
avventure di Gulliver nel mondo degli Houyhnhnms e degli Yahu dei
cavalli bianchi e degli ominidi scimmieschi.
Houyhnhnms: how = come - inmost = interiore
Yahu = bruto
Il cavallo nei sogni e` simbolo di forza e
vitalita`, e` un animale solare, nobile e intelligente, ma anche superbo
e orgoglioso, istintuale e temibile, addirittura angosciante se nero e
scalciante.
Il mondo degli Houyhnhnms e` un mondo quasi perfetto, e` un mondo tutto
‘interiore’ dove i vizi non sono ammessi, ma forse questa e`
l’imperfezione: dove tutto e` ‘troppo’ perfetto, anche un Gulliver, che
somiglia tanto ad un Yahu, cioe` a cio`che e` solo vizio, viene
rifiutato e respinto nella sua terra d’origine, l’Inghilterra (=terra
degli angli = degli angeli, dei messaggeri).
Abbiamo considerato anche quest’ultimo viaggio come una discesa nel
mentale nero, nel Chesed negativo: essere perfetti e` meraviglioso, ma
esserlo troppo, senza compassione e comprensione fa straripare la
perfezione nel suo contrario.
Il romanzo di Swift termina con il
ritorno di Gulliver in Inghilterra, e con la sua presa di coscienza di
essere incapace di tornare alla normalita`(il maestro zen dopo
l’illuminazione torna al mercato, alla vita di tutti i giorni e chiunque
egli guardi si illumina). E` questa la prova che i suoi viaggi non sono
stati assimilati e che l’energia ‘nera’ del ‘sottosuolo’ non e` stata
riconvertita del tutto in energia ‘bianca’. Ci saranno per ‘Gulliver’
altre possibilita`, glielo auguriamo di tutto cuore.
Grazie. F.V.
ALBERO CABALISTICO
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