ALICE NEL PAESE DELLE
MERAVIGLIE
(interpretazione di
Franca Vascellari)
http://www.ginevra2000.it/Disney/Favole/favolaAliceinWonderland.htm
Questo film di Disney del 1951
e’ tratto da un romanzo di Lewis Carrol ( Inghilterra 1832-1898 ) ed e’
una fiaba molto moderna e psicanalitica: narra la storia di una bambina
che preferisce sognare ad occhi aperti invece di studiare la storia e
che vive una avventura da sogno in un sogno cosciente. Tutto comincia
coll’esaudirsi di un suo desiderio espresso al Gatto Oreste: “Se io
avessi un mondo come piace a me, la’ tutto sarebbe assurdo: niente
sarebbe come e’, perche’ tutto sarebbe come non e’ , e viceversa; cio’
che e’ non sarebbe e cio’ che non e’ sarebbe: chiaro?” vale a dire:
vorrei vivere in un mondo “negativo” in senso fotografico, in cui quello
che e’ bianco, sarebbe nero e quello che e’ nero, sarebbe bianco ed i
vari colori sarebbero i “complementari” di se stessi....per poter
sperimentare “l’altro aspetto” della realta’, vale a dire l’Ombra.
Inizia cosi’ l’avventura della
bambina.
Chiediamoci innanzi tutto chi
puo’ essere nel nostro linguaggio interiorizzato la bambina “Alice”.
Questo nome, se di origine celtica, significa “di bell’aspetto”, cioe’
“bella”, se di origine greca, derivato da “Alessandro”, significa “che
protegge, che salva”. Nel primo caso Alice ha le funzioni di Tiphereth
(Bellezza) e nel secondo di Daath (Coscienza), ma e’ “bambina”, deve
ancora crescere; indubbiamente il percorso del film indica un viaggio
interiore, da cui la protagonista emergera’ piu’ matura e consapevole.
All’inizio Alice parla con il Gatto. Cominciamo ad esaminare il Gatto
(animale sacro con ambivalenza solare-lunare e magico) Oreste
(letteralmente = abitante del monte): e’ questo l’ elemento di terra
indispensabile per il VITRIOL (= Visita interiora terrae, rectificando
invenies occultum lapidem) cioe’ per la ricerca interiore, ma
rappresenta anche il confidente, amico-amante (v. Oreste e Pilade); esso
nel sogno diverra’ lo “Stregatto”: consigliere utile, risolutivo in due
situazioni drammatiche, e tuttavia rivelatore delle intimita’ della
“Regina” e quindi elemento scatenante della condanna a morte di Alice...
Ma andiamo per ordine e non anticipiamo le conclusioni e chiediamoci
invece che cosa rappresenta per noi il “Bianconiglio” che corre sempre,
che scambia Alice con “Marianna” e che ha la funzione di “trombettiere”
della perfida Regina di cuori. Il Coniglio nella simbologia tradizionale
e’ legato alla Luna (Yesod), ma come messaggero (trombettiere) e’
relativo a Mercurio-Ermes (Hod). Esso chiama per errore Alice
“Marianna” (= afflitta, da Mariana = amara, e spesso Alice “piange”; ma
anche da Maria – Anna, la madre e la nonna di Gesu’, corrispondenti
nell’Albero a Geburah e Binah);Alice e’ subito pronta a cercargli i
guanti come “Marianna”. Questo fatto e’ chiaramente simbolo di
identificazione della protagonista con “la madre” (Geburah bianco) del
“Bianconiglio” e rivela senso di colpa per non saper trovare i suoi
“guanti bianchi”, cioe’ non sapere gestire con “arte diplomatica”, con i
guanti, il rapporto con la Regina di cuori (Geburah nero). Un’ altra
grave problematica che traspare dal sogno e’ la continua incapacita’
della bambina di stabilire un equilibrio tra “Grande” e “piccolo” Quello
che e’ importante e quello che non lo e’; ritroviamo questa incapacita’
ben 10 volte: la prima quando beve da una bottiglietta su cui e’ scritto
“bevimi”e diventa piccola (1), poi mangia un biscotto e diventa grande
(2), poi di nuovo beve dalla bottiglietta e diventa piccola (3) tanto da
poter passare per il buco della serratura della porta che la introduce
nel paese delle Meraviglie; a questo secondo livello di piccolezza
avrebbe modo di conoscere una tecnica alchemica per “asciugare il
bagnato e bagnare l’asciutto” assai originale, una sorta di mescolanza
di secco e umido che attua la fusione dei contrari nella danza circolare
della “Maratonda”. Ma Alice non e’ ancora in grado di approfondire
questa tecnica e percio’, vedendo in lontananza il Bianconiglio, lascia
la Maratonda per seguirlo; conosce cosi’ la triste storia delle
ostrichette curiose raccontata da Pinco Panco e Panco Pinco,
(spettatori e narratori di essa quali Sole e Luna); in questa storia
Alice impara qual’e’ la punizione per la curiosita’ imprudente: divenire
cibo per il grasso Tricheco (Yetzirah capovolto) e non-cibo per il magro
Carpentiere suo compare (Assiah capovolto), in un mondo ingiusto e
prevaricatore, quello dell’albero nero...Nella casa del Bianconiglio,
mentre cerca invano i famosi guanti, Alice trova una scatola di
biscotti con su scritto “serviti”, ne mangia e diventa gigantesca (4),
mangia subito una carota e ... diminuisce fino ad essere piccola (5)
come un fiore. A questo terzo livello di piccolezza puo’ ascoltare il
“canto” dei fiori e ad essi vorrebbe unirsi, ma viene respinta perche’
“senza radici” e considerata “erba comune”. Non c’e’ in lei ancora la
qualificazione per essere “fiore” (Centro o Sephirah). Neppure e’piu’
positivo l’incontro col Brucaliffo che con la sua domanda “Chi essere
tu?” potrebbe costringerla a prendere coscienza di se stessa, ma Alice
e’ confusa e risponde di non saperlo, sa solo che e’ stanca di essere
piccola 8 centimetri, e tutto quello che ottiene dal Brucaliffo e’
l’informazione che una parte (del fungo su cui e’ seduta) fa crescere,
l’altra fa diminuire. Che cosa rappresenta a questo punto del viaggio il
Brucaliffo? Il Brucaliffo, il mentale (Briah) che si trasforma in
farfalla, simbolo di rinnovamento, e’ la possibilita’ che abbiamo tutti
di riprovarci quando non siamo riusciti a superare un esame. Ancora una
volta mangiando il fungo Alice prima cresce a dismisura (6) ed e’
accusata di essere un serpente (!); poi diminuisce (7) troppo e infine
trova un apparente equilibrio (8) e conosce o ri-conosce lo Stregatto
(Oreste) che con la sua possibilita’ di apparire e sparire e la sua
magia la indirizza verso l’esperienza alienante ma istruttiva della
conoscenza di due personaggi stranissimi: il Cappellaio Matto e il
Leprotto Bisestile (capovolgimenti complementari dello stesso
Bianconiglio) che stanno celebrando la festa di uno dei loro 364esimi
non-compleanni con tantissime tazze e teiere di non-the. Ma non era
quello il desiderio che Alice aveva manifestato al suo Gatto Oreste, di
vivere in un mondo capovolto? Nel momento stesso in cui il desiderio
viene esaudito, Alice decide di uscire da quel mondo: vuole tornare a
Casa, ma non e’ cosi’ facile! Avendolo desiderato, deve “vedere” ancora
cose molto strane: uccelli-ombrello, gufi-fisarmonica, passeri-matita e
vedere il “Sentiero” di ritorno diventare non-sentiero: sentiero
cancellato. Ora Alice e’ disperata, e nella disperazione, ecco
ricomparirle lo Stregatto a mostrare il passaggio segreto che permette
di affrontare la Regina di cuori, la proprietaria di tutti i
non-sentieri del paese delle Meraviglie. Alice entra cosi’ nel mondo
delle “carte” da gioco: cuori, quadri, fiori e picche (il mondo dei
quattro elementi mentali: fuoco, aria, acqua e terra del Briah negativo)
dove regna sovrana tiranna, egoista e crudele la Regina di cuori, dove
il gioco e’ sleale e l’ira comanda; dove i sudditi sono avvezzi alla
“decapitazione”, ad essere privati della testa, della mente e della
vita. Conoscere la Regina di cuori (Geburah nero) significa dover
giocare con lei, alle sue condizioni, e dover “perdere”. Lo Stregatto
interviene ancora una volta: provoca l’incidente che porta alla
conclusione dell’esperienza. La Regina dell’albero capovolto viene
“capovolta” a sua volta e Alice, essendo condannata a morte, puo’
tornare a vivere. Alice, mangiando ancora il fungo magico diventa prima
assai grande (9) e poi ancora piccola (10) e finalmente fugge a gambe
levate da quel suo infer(n)o (= interno) personale, volendo, ora con
tutta se stessa, essere veramente a Casa. Cosi’ si sveglia e ritorna al
mondo di sempre dopo aver appreso che in questo mondo, quello che e’, e’
bene che sia e quello che non e’, e’ bene che non sia, secondo Legge di
Natura.
Grazie. F.V.
ALBERO CABALISTICO
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