ALICE NEL PAESE DELLE
MERAVIGLIE
(Interpretazione esoterica di Natale Missale)
Il numero dei Buddha, degli
Illuminati, se paragonato al resto dell'umanità di cui noi, purtroppo,
facciamo parte, è quasi insignificante. Le persone realizzate sono state
pochissime, e tutte hanno sottolineato il fatto che i non realizzati
vivono in una sorte di sogno, avendo dimenticato la loro vera natura. Se
ciò è vero, e noi crediamo che lo sia, il paese delle Meraviglie non è
solo il mondo dei sogni veri e propri, ma anche il cosiddetto mondo
dello stato di veglia. Ecco allora che, in questo caso, Alice
rappresenta ogni persona non illuminata, cioè, ognuno di noi. A dire il
vero, i Budda di ogni continente hanno anche detto che non esiste
nessuno che non sia un Buddha, ma solo persone che, vinte dall'ignoranza
(ego), hanno posto limiti inesistenti alla "loro" Natura. Quindi
possiamo affrontare questa bella fiaba e percorrerla come un iter
iniziatico, confortati da questa seconda considerazione.
Alice è distratta e non riesce a seguire la lezione di storia. La Mente
di un Buddha non ha pareti, è sconfinata. Egli non è più una
individualità, un ego, un fantasma che si muove fra passato e futuro,
incapace di ESSERE nel presente. L'Illuminato è Coscienza Impersonale,
quindi non è mai nato e mai morirà. E' un Vuoto , uno Spazio
onnipervadente, una sorta di Schermo di una gigantesca Mente Universale,
su cui la Divina Energia (Shakti) dà vità ad infinite forme che giocano
il gioco di Maya e che, pur apparendo su di esso come le scene di un
film, non lo "toccano" nemmeno per un istante. Ma essendo ogni forma
colpita da tale Energia Cosmica, anziché rendersi conto di riflettere la
luce come una luna, crede di essere un sole e non una "misera" notina
danzante della Grande Sinfonia. Ed ecco l'ego, l'inesistente,
l'illusione. La Grande Mente che continene, e che anche "osserva" da
ogni singola forma, viene "recintata", "imprigionata" da un carceriere
che non è mai esistito: "è nata" (si fa per dire: un'illusione non ha
essenza) la mente egoica, è nato un individuo,un ennesimo pesce che
crede di essere altro dal mare (!): un'…Alice, un pesciolino azzurro col
marchio dell'ignoranza. Ecco chi siamo: "pescetti" presuntuosi che
anziché vivere la nostra natura di Sconfinata Coscienza Onnipervadente,
diciamo con assurdo trionfalismo: io sono questo corpo con questa "mia"
mente - E qui comincia la lezione di storia: veniamo catturati da
passato e futuro. I ricordi ci illudono d'essere possessori di una
continuità che in noi non esiste, e i desideri, sradicandoci dalla
beatitudine del presente, danno "consistenza" a ciò che consistenza non
può avere. Ma noi in quanto individui non possiamo avere continuità,
allo stesso modo in cui non può averla la fiamma di un qualsiasi pezzo
di legno: essa ad ogni istante è data da comburente e combustibile
sempre diversi, la fiamma cambia costantemente. Eppure sembra sempre
uguale, ma non è possibile, e lo stesso vale per noi. Quanto ai
desideri, in senso lato, essi sono nel Sé, quindi sono l'illuminazione,
ma dal punto di vista egoico sono, se non soddisfatti…nuovo karma.
Desiderare l'illuminazione (un paradosso che può essere giustificato
fino a che ci si crede il corpo) potrebbe essere leggittimo, perché
inconsciamente si tende verso quella beatitudine che solo il Sé può dare
(a chi?), ma desiderare altro da ciò indica solo che si è imboccata la
strada delle continue rinascite, perché quella Felicità non potrà
mai venire da desideri egoici realizzati, che danno solo piacere
temporaneo. La Buddhità è fatto permanente, irreversibile. Il coniglio
con l'orologio dietro cui corre Alice, altro non rappresenta che
l'ipnosi operata su di noi dallo spazio-tempo, che riesce a convincerci
della nostra certa individualità limitata. Da questo momento in poi
accadranno cose strane: il mondo e tutte le cose che esso contiene ci
appariranno non per quello che sono (parti infinitesime di una Shakti
danzante) ma per quello che noi (?) crediamo che siano. A questo punto
la nostra pseudo identità non ci sarà più certa, e come Alice saremo un
po' piccolissimi, un po' grandissimi, a seconda di come ogni circostanza
vorrà farci sembrare (vedi la bottiglia, i biscotti, le carote ed i
funghi, tutti simboli di ciò che fa di noi quel che vuole). Ed in questo
mondo ognuno è pseudo portatore di una storia senza né capo né coda,
perché vissuta nella più assoluta delle incoscienze, cioè in un sogno
che comicamente chiamiamo stato di veglia. Pinco Panco e Panco Pinco
hanno la loro storia, il Bianconiglio la sua, e così lo Stregatto, il
Brucaliffo, la Regina, Tricheco, Carpentiere, CapitanLibeccio,
Leprottto Bisestile, Cappellaio Matto, ecc. In un mondo così, in un
mondo in cui le forme create da questa Divina Energia credono di essere
altro da Essa e creano un linguaggio che non è figlio della Luce, non
può esserci com-prensione, ma Babele. Ed è quello che sembra questa
fiaba: una grande Babele senza né capo né coda, in cui chi comanda, non
avendo il benché minimo barlume di Saggezza (vedi la Regina di cuori),
tiranneggia gli altri, ed in cui tutti gli altri non hanno quell'elementare
senso del Noi che dovrebbe accomunare tutti i figli della stessa Madre.
E a poco vale pensare che dal punto di vista psicologico si possa
scoprire come era fatta la mente egoica dell'autore della fiaba, perché
non è così: un'illusione (l'ego dello psicologo) non può conoscere
un'altra illusione (l'ego dell'autore). Sì, lo psicologo si è scavato
un poco, è pure andato oltre il personale (inconscio collettivo,
transpersonale), ma al momento non ci sembra un illuminato. Ben vengano
le sue interpretazioni, ci aiutano nell'osservazione della mente, ma
dobbiamo andare oltre, dobbiamo svegliarci, e svegliandoci,
"scomparire". Solo allora ha senso un Sé, una Vita Impersonale che tutti
e tutto accomuna, una "identità"che, in quanto Una per tutti, a ragione
può essere definita Vuoto. Ma a noi piace di più chiamarla Presenza,
Coscienza Universale, Io Sono. Lo stesso Io Sono del Dio di Mosé, e lo
stesso Io Sono del Maestro Gesù prima che Abramo fosse. L'Io Sono non è
la prima persona del verbo essere, come potrebbe ironicamente affermare
uno sciocco. L'Io Sono è l'Universale Coscienza che riempie e avvolge in
un unico abbraccio ogni Essere (cosa, pianta, animale, uomo, spiriti,
dei, …). L'Io Sono è Amore Universale che unisce tutte le infinite note
della sconfinata sinfonia del Verbo, e tutte le infinite forme della
sublime danza della Luce.
Alice é…un pesciolino fuor d'acqua, perché pur essendo da sempre immersa
nell'Oceano, pur essendo da sempre fatta di Oceano, pur non essendo
altro che Oceano, non lo sa.
Io sono è Uno per tutti. Dapprima ogni…pesciolino dovrebbe vederlo…là
per poter dire Io Sono Quello, poi dovrebbe essere là per poter dire Io
Sono, ed infine dovrebbe solo ESSERE.
Possa ognuno di noi rimuovere l'ignoranza.
Grazie Nat.
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