AMLETO
(Interpretazione cabalistica di Franca Vascellari)
Tutte le tragedie e in
particolare questa di Shakespeare, Amleto, interpretata superbamente
da Laurence Oliver, possono essere intese come “fallimenti” di possibili
sviluppi di Coscienza: quando in un “Regno”[ = Malkuth] Re e Regine,
Principi o Principesse si danno reciprocamente la morte o si suicidano,
vuol dire che i centri dell’Albero dell’individuo [Sephiroth] invece di
svilupparsi e “fiorire” si procurano dei blocchi energetici o si
trasformano in qelipoth [bucce] vanificando cosi’ lo scopo
dell’incarnazione, con la conseguente necessita’ di ripetere
l’esperienza in altra occasione, di doverci “riprovare” insomma.
Ma veniamo ad Amleto e alla sua storia.
Se Amleto Padre non fosse ucciso dall’usurpatore Claudio[=zoppo o
chiuso= mancante di contenuto=buccia=qelipah], il Principe Amleto [=
piccolo villaggio = citta’ incompiuta =sephirah in sviluppo], cresciuto
ed educato dai suoi parenti, al momento giusto diverrebbe Re e , unito
alla sua Donna, Ofelia [luce degli occhi = luce di Dath], potrbbe
governare il suo “Regno”: l’Albero sarebbe armonico, equilibrato e
realizzante …
Invece “C’e’ qualcosa di marcio nello stato di Danimarca”: Un Re legitto
muore in circostanze “strane” e, dopo due soli mesi di lutto, la Regina
Gertrede [= amica della lancia = Geburah]] sposa il cognato; questi,
assumendo la reggenza del regno, puo’ controllare il Principe ereditario
e tentare di ucciderlo per rimanere indisturbato al potere. Se
consideriamo il Padre e la Madre [Re e Regina, Chesed e Geburah], come
il mentale di un individuo che deve portare il proprio Figlio [Tipherth]
a governare il Regno come Coscienza [Daath], l’assassinio del Padre
potrebbe corrispondere al capovolgimento di una Volonta’ [Chesed] volta
alla Reintegrazione in una volonta’ tutta protesa verso gli interessi
personali egoistici; e le nozze illecite e fedifraghe, una
trasformazione della Matrona [divina shekinah] in prostituta… da qui
prima lo smarrimento, poi la discesa agli inferi involontaria e anomala
[non e’il protagonista che volontariamente evoca le ombre – come Ulisse
o Enea o Dante - ma e’ l’ombra stessa del Padre che si presenta e
coinvolge nella sua “vendetta” il figlio]. Da questo non voluto e
irregolare contatto con l’ombra nasce il “Dubbio”, l’Archetipo incarnato
da Amleto, la coscienza che, non del tutto sviluppata, non sa e non puo’
ancora distinguere il giusto dall’ingiusto, il momento dell’azione da
quello dell’inazione: potrebbe uccidere l’usurpatore, ma esita e non lo
fa, potrebbe avere l’amore di Ofelia, ma lo rifiuta, potrebbe perdonare
e recuperare la Madre ma si perde in sterili lamentele e invece
sconsideratamente uccide Polonio, il padre di Ofelia e dell’amico
Laerte, le sue stesse energie positive, creando cosi’ i presupposti per
la morte della sua Donna e quindi per la propria morte.
Come interpretare e interiorizzare la “rappresentazione teatreale”
voluta da Amleto per conoscere la “Verita’”? Come un ultimo tentativo
della coscienza di smascherare il colpevole [la volonta’ corrotta
egoica]; ma l’operazione troppo violenta e immatura porta alla verita’
senza la dovuta preparazione e purificazione [Amleto e’ isolato, senza
amici e senza Donna; l’usurpatore e’ sul trono e ha tutti i poteri del
Re] diventa quindi uno psicodramma non catartico ma distruttivo, che
rompe il precario equilibrio della personalita’ e la porta all’auto
distruzione: muore Ofelia, muore Gertrude, muore Laerte, muore Claudio
e infine anche Amleto….cosi’ non rimane nessuno!
Buona Reincarnazione.
Grazie. F.V.
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