LA BELLA E LA BESTIA
E’ questo un racconto popolare
che si trova in raccolte basche, svizzere, tedesche, inglesi, italiane,
portoghesi, lituane, indiane e africane e narra come la devozione di una
donna libero’ un principe mutato in bestia da un incantesimo. Ecco la
trama della favola classica, di cui la versione piu’ famosa e’ quella di
Mme Leprince de Beaumont tratta dal “Dizionario universale dei miti e
delle leggende” di Anthony S. Mercatante ed. Grandi Manuali Newton:
Belle e’ la figlia minore di
un mercante che ha perso tutta la sua fortuna. In partenza per un
viaggio, l’uomo chiede alle figlie cosa desiderino in dono. Le due
figlie maggiori domandano regali costosi, ma Belle chiede una rosa. Il
viaggio del mercante si rivela un fallimento ed egli non e’ in grado di
comperare i doni per le figlie. Giunto quasi a casa, passa per un
giardino e ricorda la richiesta di Belle. Senza pensarci coglie una
rosa. Improvvisamente compare la Bestia e affronta l’uomo per il furto
del fiore, dicendogli che per evitare la punizione dovra’ dargli una
delle figlie in ostaggio. Belle si offre di andare al Palazzo come
ostaggio della Bestia.. Mentre e’ li’ si accorge a poco a poco che la
Bestia in realta’ e’ una creatura buona e generosa. La fanciulla chiede
il permesso di andare a casa del padre, ora malato, e promette di
ritornare presto. Si trattiene pero’ piu’ del dovuto e la Bestia si
ammala fino ad arrivare in punto di morte. Belle scopre l’accaduto
guardando in uno specchio magico e ritorna al palazzo. Dice alla Bestia
di amarla spezzando cosi’ l’incantesimo e liberando il principe.
Per la versione disneyana rimandiamo al sunto che
si puo’ trovare nel sito
http://www.ginevra2000.it/Disney/Favole/favolaBellaelaBestia.htm
In un paese lontano della
Francia, viveva nel suo splendido castello un giovane principe. Era
viziato ed egoista. Durante una fredda notte d'inverno una vecchia
mendicante si presentò al castello e chiese al giovane riparo dal
freddo. La vecchia offrì al principe una rosa, ma lui la cacciò. Lei,
allora, si trasformò in una bella fata e per punizione gettò un
incantesimo sul castello trasformando il principe in una orribile
bestia. solo se fosse riuscito a farsi amare prima che la rosa incantata
sfiorisse, sarebbe tornato uomo. In un villaggio vicino viveva Belle,
tutti credevano che fosse una ragazza strana perchè amava
tanto leggere e, quando aveva un libro in mano non si accorgeva neppure
di Gaston, l'idolo di tutte le ragazze. Egli pensava che Belle fosse la
ragazza più carina del paese, perciò aveva deciso di sposarla senza aver
nemmeno chiesto il suo parere tanto era convinto che nessuna potesse
resistergli; la ragazza, però, lo trovava terribilmente noioso. Il padre
di Belle, Maurice, era un inventore, e quel giorno stava sperimentando
una curiosa macchina spaccalegna da presentare a una fiera. "Funziona!"
gridò, quando lo strano marchingegno si mise in moto. Maurice, partì per
la fiera convinto di poter vincere il primo premio e diventare famoso.
Belle era felice: se il padre avesse avuto fortuna, forse la loro vita
sarebbe cambiata. A lei non piaceva stare in quel paesino, sognava
qualcosa di diverso. Ben presto, Maurice si accorse di aver sbagliato
strada. "Andiamo di qua, Philippe,"disse l'inventore rivolto al cavallo,
ed entrò nel bosco. Ad un tratto degli ululati minacciosi spaventarono
Philippe, che fece cadere il suo padrone e scappò. Erano lupi! Inseguito
dalle belve, anche Maurice fuggì e arrivò davanti a un cancello
altissimo. Lo spinse e riuscì ad aprirlo mettendosi in salvo. In fondo
al viale vide un castello. Sembrava abbandonato e aveva un aspetto pauroso. Ma
la notte era fredda ed era scoppiato un temporale, perciò l'uomo decise
di entrare. "C'è nessuno?" chiese. "Certamente, lei è il benvenuto!"
disse una voce. "Chi ha parlato?" esclamò Maurice, afferrando un
candeliere. "Sono qui!" rispose... il candeliere. Incredibile,
quell'oggetto parlava e si muoveva! E così pure Tockins, l'orologio:
"Sai che succederà se il padrone lo trova qui?" Già, quello era proprio
il castello in cui viveva la Bestia. Da quando la fata gli aveva fatto
l'incantesimo, si vergognava del suo aspetto e aveva ordinato che
nessuno potesse vederlo. Così non appena si accorse di Maurice, si
infuriò: quell'uomo era venuto per curiosare. Allora sarebbe rimasto lì
per sempre!
Intanto Belle era alle prese
con Gaston. Era entrato in casa sua e le stava proponendo di sposarlo!
Che idea! La ragazza mandò via quel maleducato, aveva altro per la
testa: sogni, avventure...
Quando, però, Philippe tornò a
casa da solo, i sogni di Belle svanirono in un soffio. La ragazza capì
che doveva essere successo qualcosa di brutto: "Dov'è papà?" chiese
agitata. Philippe non poteva rispondere, ma... poteva portarla da lui!
Arrivarono al castello. Belle si stupì: com'era possibile che suo padre
fosse arrivato fin laggiù? Appena varcato il cancello trovò il cappello
del padre, così con coraggio entrò nelle sale buie... Camminando lungo
i corridoi, Belle arrivò dove la Bestia aveva rinchiuso Maurice. "Devi
andartene subito!" cercò di spiegargli il padre, preoccupato. Troppo
tardi... il mostro era già lì! "Sono venuta per mio padre. La prego, lo
liberi!" supplicò Belle. Ma la Bestia non ebbe pietà: "Rimarrà dove si
trova!" Generosamente la ragazza propose uno scambio. "Prenda me al suo
posto!" La Bestia accettò a patto che Belle rimanesse al castello per
sempre. "La prego, risparmi mia figlia!" continuava a chiedere Maurice,
mentre la Bestia lo trascinava via. Tutto inutile: il padrone del
castello non lo ascoltava, e l'inventore fu costretto a ripartire da
solo, su una carrozza stregata. Tornato al villaggio, Maurice corse alla
taverna per chiedere aiuto, ma nessuno dei presenti, nemmeno Gaston,
volle credere alla sua storia. In quel momento al castello, la teiera
Mrs. Bric, la tazzina Chicco, Tockins e gli altri oggetti animati
cercavano di consolare Belle, che si sentiva molto triste. La ragazza
non voleva aver niente a che fare con la Bestia. Gli oggetti, sapendo
che il loro padrone, in fondo, aveva un animo sensibile, cercarono di
convincerlo a comportarsi da gentiluomo: se fosse riuscito ad amarla e a
farsi amare da lei, avrebbe potuto spezzare l'incantesimo!
Ma quando la Bestia provò a
invitarla a cena, lei rifiutò perchè non era stato per niente gentile.
Solo più tardi si decise a uscire dalla sua camera per cercare qualcosa
da mangiare. Gli oggetti incantati furono felicissimi di vederla
entrare nel salone e prepararono una tavola fantastica! Dopo la cena, Belle passeggiò nelle
sale del castello, attratta dal mistero di quel luogo incantato.
Arrivata all'ala ovest, ricordò che la Bestia le aveva proibito di
entrarci, ma non riuscì a resistere alla curiosità. Fu così che scoprì
la rosa fatata! Stava perdendo i suoi petali a uno a uno...
Affascinata da quello
spettacolo, non si accorse che la Bestia era lì vicino! "Perchè è venuta
qui?" le chiese pieno di rabbia, proteggendo la rosa con una zampa.
Belle non poteva saperlo, ma quel fiore rappresentava l'unica speranza
di salvezza per la Bestia. Ancora una volta la Bestia la spaventò. Ormai
la ragazza ne aveva abbastanza: balzò a cavallo di Philippe e fuggì. Tra
gli alberi, però, i lupi erano sempre in agguato!
Circondata da quei feroci animali aveva perso ogni speranza. Ma
all'improvviso arrivò la Bestia e, lottando duramente, mise in fuga i
lupi. Nello scontro la Bestia era stato ferito e ora giaceva a terra.
Era il momento giusto per fuggire. Belle, pero’ decise di restare: lui
l'aveva salvata rischiando la vita. A fatica lo caricò su Philippe e lo
riportò al castello.
Più tardi Belle curò le ferite
della Bestia e per la prima volta i due parlarono sul serio. Sì, lei era
fuggita, ma solo perchè lui l'aveva spaventata! "Grazie per avermi
salvato la vita," mormorò Belle alla fine. La Bestia rimase molto
colpito da quelle parole gentili. Dolcezza, buone maniere: ecco quello
che a lui mancava. Ma voleva cambiare... e cambiò perchè in fondo aveva
un animo nobile. Per cominciare diventò un perfetto padrone di casa, un
vero gentiluomo... e anche un ballerino fantastico! Belle si accorse del
cambiamento, mentre la Bestia si affezionava sempre di più alla ragazza.
Belle sarebbe riuscita ad amarlo? La ragazza si sentiva felice, ma le
mancava suo padre. La Bestia le diede allora uno specchio magico, con il
quale Belle potè vedere Maurice: era solo nel bosco ed era in pericolo!
Oh, se solo avesse potuto raggiungerlo!
La Bestia era innamorato di
Belle; la rosa stava sfiorendo, ma la felicità della ragazza contava più
di ogni altra cosa. Le donò lo specchio magico e la lasciò andare. Belle
ritrovò il padre nel bosco. Era venuto da solo a salvarla, ma il freddo
l'aveva indebolito. La ragazza lo riportò a casa, e qui Maurice si
riprese in fretta. La felicità, però, durò poco... Gli abitanti del
villaggio, guidati da Gaston, arrivarono per portare Maurice in
manicomio, dicendo che aveva perso la testa: parlava di castelli, di
bestie... In realtà si trattava di una perfida idea di Gaston, il quale
avrebbe fatto liberare Maurice solo se Belle lo avesse sposato. La
ragazza sapeva che Maurice aveva detto la verità! La Bestia esisteva
davvero e lei poteva dimostrarlo, grazie allo specchio magico. Quando
gli uomini videro il padrone del castello ne ebbero paura, allora Belle
cercò di spiegare che non era affatto malvagio. Gaston si accorse che
la ragazza si era affezionata a quella strana creatura e ne fu geloso.
Subito convinse gli abitanti del villaggio che la Bestia era un pericolo
per tutti loro. Gli uomini, guidati da Gaston, partirono per il castello
decisi ad attaccare la Bestia. Usando il tronco di un albero, riuscirono
a sfondare il portone del castello.
La battaglia stava per
cominciare... Gli oggetti animati difesero il castello con tutte le loro
forze. Intanto Gaston cercava la Bestia nelle sale e nei corridoi. E
presto lo trovò: pieno di tristezza per la partenza di Belle, sembrava
non preoccuparsi minimamente di quello che stava succedendo. Quando
Gaston tese l'arco, non si mosse, e quando fu colpito non reagì. Gaston
spinse la Bestia sul terrazzo del castello, ma lui ancora non si
difendeva. All'improvviso Belle entrò a cavallo nel cortile sotto di
loro. Era tornata! Nel vedere la ragazza la Bestia sentì rinascere la
speranza e cominciò a lottare. Anche se adesso aveva una gran paura
Gaston non smetteva di stuzzicare il suo rivale: "Sei innamorato di lei,
Bestia? Pensavi davvero che avrebbe voluto te, quando poteva avere uno
come me?" Belle intanto stava salendo di corsa le scale del castello...
Durante la lotta, la Bestia aveva afferrato Gaston per il collo. Questi
lo supplicava di lasciarlo andare: "Farò qualunque cosa!" "Vattene!"
rispose allora la Bestia, appoggiandolo sul cornicione. Belle era già
sul terrazzo: "Sono qui!" gridò felice. La Bestia
si arrampicò accanto lei, fu allora che Gaston lo colpì alle spalle! La
sua malvagità fu punita: tentando di colpire ancora la Bestia, perse
l'equilibrio e precipitò nel vuoto. Era finita per lui. Sul terrazzo,
Belle era disperata: la Bestia era ferito molto gravemente. "Non
lasciarmi, io ti amo!" disse piangendo. E prima che la Bestia chiudesse
gli occhi per sempre, la rosa fatata perse l'ultimo petalo.
In quel momento luci magiche cominciarono a scendere dal cielo... Una
pioggia di scintille cadeva sul corpo della Bestia, che fu sollevato
nell'aria. Belle non lo sapeva, ma l'incantesimo si era spezzato.
L'amore aveva vinto! Si, la Bestia era riuscita ad amare e a farsi
amare prima che la rosa sfiorisse... e così tornò ad essere un principe.
Lei, che era innamorata della Bestia, per un attimo non capì. Ma poi
vide negli occhi del giovane la stessa dolcezza che aveva conquistato
il suo cuore e finalmente lo riconobbe. Subito dopo anche gli altri
abitanti del castello furono liberati dall'incantesimo. Quel giorno,
sotto lo sguardo commosso di papà Maurice, Belle e il principe danzarono
a lungo. La gioia ormai era di casa nel castello e non se ne sarebbe
andata più.
La Bella e la Bestia interpretazione
di Franca
Abbiamo voluto affiancare le
due versioni della fiaba perche’ ci e’ sembrato importante vedere che
nella prima il “Principe” risulta essere trasformato in Bestia da un
“incantesimo”, e quindi non per sua “colpa”; invece nella versione
disneyana la trasformazione e’ dovuta ad un suo preciso difetto:
l’egoismo. Nel primo caso si puo’ intuire l’esistenza di una “strega” a
monte, nel secondo invece c’e’ una “fata” che vuole educare un principe
“viziato”. Un’altra differenza sostanziale e’ la funzione della “Rosa”:
nella prima versione il desiderio di essa porta alla scoperta della
Bestia e alla sua successiva liberazione, mentre nell’altra versione e’
l’incapacita’ di accogliere “la Rosa” che conduce alla punizione e in
seguito alla redenzione. Col porre l’attenzione su queste differenze
vorremmo puntualizzareil ribaltamento delle valenze positive-negative
del “maschile e del femminile” dello yin e dello yang: nella prima
versione il difetto e’ nel “femminile”, nello yin (la strega) e la
riparazione avviene al femminile: “Belle” con il suo Amore annulla il
maleficio. Nella seconda versione la “caduta” e’ nel maschile, nello
yang viziato, e la riparazione, attraverso la morte di Gaston e la
sofferenza del Principe avviene al maschile. La Rosa e’ presente in
entrambe le versioni, come al solito rappresenta il “chackra” del
cuore, Tiphereth, relativo alla “Bellezza”, infatti “Belle” e’ il nome
della protagonista della fiaba che con tale centro o sephirah si
identifica.
Ora esaminiamo piu’ da vicino
la prima versione e ritroviamo in essa il ns/ solito percorso
iniziatico.
Il mercante, colui che compra
e vende, che da’ e riceve, rappresenta l’Albero cabalistico di turno;
esso ha perso tutta la sua fortuna perche’ il suo Principe (Tiphereth)
e’ stato imprigionato dalla “strega” (Geburah nero) in una “Bestia”. Le
sue tre figlie corrispondono alle tre colonne o vie dell’Albero: le due
“maggiori” sono le colonne o vie che vengono normalmente percorse,
quella di destra, attiva, quella di sinistra, passiva; entrambe
vogliono “regali costosi”, cioe’ attirano energia per se stesse; invece
l’altra figlia, la “minore” e’ la via piu’ breve, quella centrale,
quella che e’ disposta a sacrificarsi sia per il Padre (l’Albero tutto)
che per il Principe (Tiphereth): essa per se’ chiede la “Rosa”, perche’
e’ lei stessa la “Rosa” e la rosa appartiene al Principe, che per il
maleficio (della strega, Geburah della caduta) e’ ora la Bestia. Quando
il canale della colonna centrale si offre (si apre) e fa arrivare
energia al centro del cuore, anche se questo e’ imprigionato da una
scorza “bestiale”, impura, ed e’ apparentemente repellente, lo
trasforma: il centro, dal momento che ha conosciuto “Belle” la sua
propria Bellezza, l’ama e diventa generoso e gentile; permette che
l’energia fluisca la’ dove c’e un altro centro “malato”, cioe’ lascia
tornare Belle dal padre, ( lascia che l’energia scorra per tutto
l’Albero) ma le dona lo specchio magico, quello che fa “conoscere se
stessi”. E’ attraverso la visione dello specchio che Belle torna al
centro del cuore definitivamente, potenziata dell’energia degli altri
centri, e in grado di spezzare cosi’l’incantesimo della “strega” e di
liberare per sempre il Principe e l’Albero tutto.
Ed eccoci alla seconda
versione, quella piu’ complessa di Disney:
Anche qui possiamo considerare
l’inventore Maurice (=oscuro), il padre di Belle, come l’Albero della
storia, in cui la caduta e’ attribuita direttamente al Principe, che in
questo caso potremmo omologare alla “mente” o mondo di Briah.
Il Principe non accetta la
Rosa (l’Amore) offertogli dalla “Fata” (che potremmo omologare
all’intuizione) perche’ egoista e viziato ed e’ percio’ trasformato in
Bestia; riceve pero’ da lei come ultima possibilita’ di riscatto una
“Rosa” a scadenza: una Rosa magica, una possibilita’ di Amore
potenziale: solo se riuscira’ a dare e ricevere amore entro il 21esimo
compleanno potra’ tornare Principe e con lui i suoi sudditi, ora
trasformati in oggetti, torneranno ad essere umani... Quella Rosa
appassira’ proprio quell’ultimo fatidico giorno. Ma se il Principe
diviene “Bestia”, la Fata pure si trasforma in qualcosa di inferiore,
anche se sempre positiva, la Fata diviene Belle, la fanciulla
concupita da Gaston (= straniero, che non fa parte del vero Albero) e
che potremmo identificare con l’albero capovolto o nero. In Gaston si
concentrano tutti i difetti del paese di Beaumont (= Belmonte, il
Malkuth, dell’Albero): superbia (crede di essere “il piu’” di tutti),
avarizia ( vuole tutto per se’), lussuria (desidera la donna che non
puo’ avere), ira (si arrabbia per un nonnulla), gola (mangia e beve in
modo smodato), invidia (vorrebbe avere l’amore che Belle ha per la
Bestia), accidia (non e’ disposto a far nulla per migliorarsi).
Che cosa rappresenta il
cavallo di Maurice, Philippe (= Filippo = amico del cavallo)? La doppia
(due volte cavallo) possibilita’ dell’Albero di correre per il “bosco”,
cioe’ di esplorare i suoi territori; di cercare la “fortuna” con le sue
invenzioni, cioe’ di costruirsi il suo destino; di conoscere i “lupi”
del bosco, cioe’ le forze oscure che distruggono le potenzialita’
positive; di trovare il castello del Principe, cioe’ di conoscere
finalmente la “mente”; di diventarne anche prigioniero, fino a che la
sua figliola “Belle”, cioe’ la sua “Bellezza” non lo liberi, almeno
temporaneamente. Ma il primo incontro tra Belle e la Bestia e’
burrascoso e pieno di malintesi. La Bestia e’ irosa, violenta e
maleducata e Belle scopre, disobbedendole, il lato “ovest” del castello,
cioe’ il luogo dove il “Sole” del Principe tramonta e dove la Rosa della
sua Salvezza sta sfiorendo. La Bestia e’ infuriata e Belle fugge da lei,
correndo il rischio di essere divorata dai lupi. La Bestia mette in fuga
i lupi, rimane ferita e inizia cosi’ la sua redenzione. E’ la risalita
dell’Albero. La Bestia ora desidera migliorare ed essere gradito alla
sua Belle perche’ ha imparato ad amare. A questo punto lo “Specchio
Magico” che la fata ha lasciato alla Bestia giuoca il suo triplice
ruolo: prima mostra a Belle il padre sperduto nel bosco e la fa correre
da lui: l’Amore deve percorrere tutti i sentieri dell’Albero a partire
dal Malkuth; poi mostra agli increduli abitanti di Beaumont la Bestia:
il Malkuth deve conoscere come la mente puo’ trasformarsi in mostro se
non e’ governata dall’Amore; infine mostra a Belle lo stato di completa
apatia della Bestia senza di lei: l’Anima deve saper lasciare tutto per
unirsi al suo Principe. Ma prima di poter tornare Principe e salvare il
suo Regno la Bestia dovra’ lottare col suo albero nero, Gaston e i suoi
seguaci, che verranno a combatterlo nel suo stesso castello. La Bestia
dovra’ vincerlo, averne poi compassione, e essere da lui ferita a morte;
solo allora le magiche parole d’Amore di Belle “Io ti amo”, cioe’
l’ultimo petalo della Rosa della Fata, si trasformeranno in fasci di
Luce che opereranno il miracolo: il Principe sara’ Re e la Fata la sua
Regina: cosi’ regneranno felici per sempre. Grazie. F.V. |