PICCOLE DONNE
(sintesi)
Questo film, di Gillian
Amstrong, ultimo dei tanti (7) tratti dal famoso romanzo (1868) di
Louisa May Alcott (1832 -1888) tra i quali ricordiamo in particolare
quello con la regia di George Cukor (1933) con K. Hepburn e quello di
Mervyn LeRoy (1949) con June Allison, e’ del 1994 ed e’ indubbiamente il
migliore, perche’ piu’ moderno e rinnovato nei significati anche
rispetto al libro; nella sceneggiatura sono stati introdotti particolari
relativi alla biografia della Alcott e ne e’ stato sottolineato il
carattere femminista, cosa del tutto ignorata nelle altre versioni: le
quattro ragazze crescono e imparano ad essere indipendenti oltre che
obbedienti, generose e non egoiste, attive e non passive, inoltre il
linguaggio e’ diventato stringato e asciutto e il paesaggio e’ stato
adattato ai sentimenti dei personaggi. Ma veniamo alla vicenda:
E’ la protagonista del romanzo Josephine March, detta Jo (Winona Ryder)
che narra le avventure della sua famiglia negli anni della guerra di
Secessione tra gli Stati Uniti d’America del Nord e quelli del Sud
(1861-1865) e seguenti. Il racconto ha inizio nel freddo inverno del
’61: la temporanea poverta’ e la mancanza del padre hanno reso la vita
della quattro sorelle alquanto difficile, ma non tanto da far perdere
loro la luce della gioia, specialmente quando la sera arriva a
casa la Mamma, Marmee March (Susan Saradon) con tutto il suo amore e con
in tasca una lettera del padre al fronte, traboccante d’affetto per le
sue piccole donne. E’ la viglia di Natale, le quattro fanciulle
cantano “Hosanna in excelsis” mentre Beth (Claire Danes)
strimpella sullo scordato pianoforte. A notte Jo si ritira nella
soffitta per scrivere, in compagnia dei personaggi della sua fantasia
“... io mi abbandonavo a loro, anima e corpo, desiderosa di mutamento”:
Jo e’ la seconda delle quattro sorelle, la piu’ viva e autonoma,
desidera diventare scrittrice, fa la dama di compagnia presso la prozia
March, una vecchia indisponente ed autoritaria che critica tutti,
specialmente il comportamento del nipote, il padre delle ragazze, un
pastore protestante, che, secondo lei, ha idee troppo moderne, che per
generosita’ ha fatto degli investimenti sbagliati ed e’ diventato
povero, e che per idealismo si e’ arruolato, invece di starsene a casa a
badare alla famiglia. La primogenita e’ Meg (Trini Alvarado), ha 16
anni, e’ assennata e gentile, lavora come istitutrice; poi, dopo Jo,
c’e’ Beth, la piccola musicista, timida, dolce e riservata, che sta in
casa; infine viene Amy (Kristen Dunst), la piu’ giovane, di 12 anni, che
frequenta ancora la scuola, un po’ capricciosa, ma molto coccolata dalle
sorelle. Per la mattina di Natale, Anne, la loro fida domestica ha
preparato una colazione coi fiocchi, ma quando le ragazze vengono a
sapere che la madre e’ andata ad assistere gli Hummels, una povera
famiglia tedesca con sette bimbi piccoli senza padre, che vivono in una
baracca priva di riscaldamento, decidono di portare la loro colazione
natalizia a quei poverini.
In una riunione del “Circolo Pickvick”, il giornalino degli avvenimenti
di casa e una sorta di associazione “maschile” inventata dalle sorelle,
veniamo a conoscere le loro aspirazioni: Meg vorrebbe avere una casa
bella con tante cose eleganti, Jo vorrebbe non dover lavorare per la
prozia ma diventare famosa con i suoi scritti, Amy desidera da grande
sposare un uomo ricco e Beth, l’unica che non pensa a se’, vuole solo
che la guerra finisca presto per permettere il ritorno del padre. Poi,
alla festa di fine anno della sig.ra Gardiner, madre di Sallie, amica di
Meg, a cui partecipano solo le due sorelle piu’ grandi, Jo riesce a far
amicizia col nipote del ricco vicino di casa, sig. Lawrence; il ragazzo
e’giunto da poco dall’Italia per stare col nonno: si chiama Laurie (Christian
Bale), e’ orfano, timido, bello e simpatico e in breve diventa, grazie
alla disinvoltura di Jo e alla larghezza di vedute della sig.ra March,
il compagno di giochi, il confidente, il fratello e l’amico delle 4
sorelle, ricevendo in cambio affetto, comprensione, compagnia ed
educazione dalla famiglia delle ragazze. Laurie studia in casa con un
precettore, di poco piu’ anziano di lui, John Brooke, un bravo giovane,
che presto si innamora di Meg, riservandole delle palesi premurose
attenzioni, con grande dispetto di Jo, molto gelosa della sorella.
Intanto Amy, la protetta di Meg, dopo una burrascosa avventura
scolastica (ha disobbedito agli ordini del maestro sig. Davis, da cui
ha ricevuto una frustata su una mano) lascia la scuola ed e’ affidata
dalla madre, che non approva le punizioni corporali, alle cure di Jo,
che diventa cosi’ responsabile dei suoi studi.
Durante una prova della recita di uno dei drammi di Jo, Laurie, dopo
qualche opposizione da parte di Meg e di Amy, viene accolto nel circolo
Pickvick; in cambio del grande onore egli istituisce l’ufficio
postale della siepe per la messa a nudo delle anime dei soci
e per l’espressione dei loro agghiaccianti segreti, con la promessa
solenne che mai rivelera’ tali segreti. Con l’istituzione dell’ufficio
postale “... noi sorelle March potemmo scoprire che cosa voleva dire
avere un fratello tutto per noi”: queste sono parole di Jo. Quella
cassetta postale tra i due giardini era il mezzo di scambio di
affettuosi pensieri, piccoli doni, consigli, ricette... biglietti per il
teatro. Jo e Meg vengono invitate a vedere uno spettacolo da Laurie e
John Brooke, Amy vorrebbe andare con loro, ma Jo ne esclude la
possibilita’, non vuole badare alla ragazzina, vuole solo divertirsi con
Laurie. Amy, per vendicarsi, rimasta in casa, le brucia l’ultimo
manoscritto, un libro a cui Jo lavora da mesi, di cui e’
orgogliosissima. Scoppia tra le due sorelle un gran litigio, Jo non
perdona la sorella. Durante una gita al lago sui pattini, per il
disinteresse di Jo, Amy rischia di morire annegata. Laurie salva la
piccola, ma Jo, sentendosi terribilmente punita dal pericolo corso,
giura a se stessa di modificare il suo carattere iroso e violento.
Meg e’ invitata al ballo di debutto in societa’ dell’amica Annie Moffat.
I Moffat, gente molto ricca e pretenziosa, la vogliono trasformare,
almeno per una volta, in una di loro: le offrono un abito di seta molto
scollato, scarpe alte, trucco vistoso... Laurie, presente al ballo, si
comporta come un fratello maggiore, la rimprovera e la fa sentire
ridicola. Tornata a casa, Meg confessa alla madre la sua leggerezza e
riceve in cambio un profondo ammaestramento: “La bellezza fisica passa
in fretta, ma quello che non puo’ svilire e’ il meraviglioso lavorio
della tua mente, il tuo spirito, la tua gentilezza, la tua immensa forza
morale: sono queste le cose che mi stanno a cuore di te. Oh, quanto
vorrei dare alle mie figlie un mondo piu’ giusto e degno... ma so che
voi lo renderete migliore!”
Jo e Laurie litigano spesso; per farle dispetto, Laurie le racconta che
John Brooke nasconde nella tasca del panciotto un guanto smarrito di Meg.
La cosa manda Jo su tutte le furie.Arriva dal fronte, per telegramma, la
notizia che il Babbo, il rev. March, e’ stato ferito e attende la moglie
in un ospedale a Washington. la sig.ra March si prepara a partire, Jo,
per acquistare il biglietto del treno vende i suoi meravigliosi capelli
e tutti rimangono sorpresi e ammirati del suo coraggio. John Brooke, su
richiesta del nonno Lawrence, si offre per accompagnare la Mamma a
Washington. Questa affida al vecchio vicino di casa e ad Anne le quattro
figliole, raccomandando loro di compiere tutti i doveri e di assistere
anche la famiglia dei poveri Hummels.
Jo riceve i primi 5 $ per la pubblicazione di una sua novella. Ne e’
molto fiera: potra’ finalmente contribuire alle spese della famiglia.
Solo la piccola Beth delle 4 sorelle e’ davvero fedele ai propri doveri
e, per assistere i bimbi Hummels, si ammala di scarlattina. Amy deve
essere allontanata per paura del contagio, cosi’ Laurie la conduce dalla
zia March, promettendo di andarla a trovare tutti i giorni e anche di
baciarla prima che muoia visto che la piccola teme di morire
prima di aver baciato qualcuno...
Beth e’ in pericolo di vita, quando gia’ tutti disperano...arriva la
Mamma, chiamata da Laurie e la bambina miracolosamente guarisce, ma “la
febbre le aveva indebolito il cuore per sempre, non sapevamo
allora, che su di lei era scesa un’ombra”.
E’ di nuovo Natale e per la convalescenza di Beth la casa e’ stata
preparata a festa con un dono speciale per la piccola musicista: un
pianino tutto suo da parte del Sig. Lawrence: era della nipotina morta.
Un’altra bellissima sorpresa attende le ragazze: l’arrivo del Babbo, che
finalmente torna in famiglia. Intanto John a Washington e’ riuscito a
farsi conoscere e stimare dal Sig. March e cosi’ lui e Meg si fidanzano.
Dopo qualche anno, a guerra finita, si celebrano le loro nozze. Amy e’
cresciuta, si dedica molto alla pittura e va molto a genio alla zia
March. Laurie si e’ laureato e finalmente dichiara a Jo il suo amore, ma
Jo lo respinge; gli vuole solo bene, non lo ama e glielo canta a tutte
lettere: conosce il carattere di entrambi e sa che litigherebbero in
continuazione. Laurie, deluso, parte per l’Inghilterra con il nonno.
La zia March pure va in Europa e porta con se’ Amy e non Jo, come questa
sperava., cosi’ Jo, che attraversa un momento tormentato, decide di
allontanarsi anche lei per conoscere il mondo: “...la Mamma mi aiuto’
a trovare un posto a New York e cosi’ varcai il confine che separa
l’infanzia da tutto cio’ che viene dopo”.
Jo lavora ora come istitutrice delle figlie della Sig.ra Kirke,
un’amica della Mamma, che ha una pensione. Qui conosce il prof. Bhaer,
di Berlino, che vive dando lezioni di tedesco, un po’ grasso e con i
capelli e la barba incolti, ma molto buono e stimato da tutti. Si reca
anche presso un editore per riuscire a pubblicare le sue novelle, ma
poiche’ al pubblico interessa leggere cose sensazionali, a forti tinte,
cosi’ Jo, per denaro, comincia a scrivere racconti pieni di delitti,
fantasmi, intrighi e orrori. Ben presto nasce una profonda amicizia tra
il professore filosofo e la scrittrice figlia di un pastore aderente al
Trascendentalismo (v. R.W. Emerson -1836), filosofia per la quale
lo scopo della vita e’ la ricerca della perfezione personale;
quello che li accomuna e’ la coscienza di essere ancora perdutamente
imperfetti.. .ma anche lo stesso amore per la letteratura:
adorano entrambi Shakepeare, conoscono a memoria le stesse poesie,
parlano lo stesso linguaggio di uguglianza, liberta’, antirazzismo
“... le donne hanno diritto di voto, non perche’ sono buone, ma perche’
sono esseri umani e cittadine di questo Paese...” Ma quando Jo,
tutta orgogliosa, mostra al professore le sue due novelle pubblicate da
“La Voce del Vulcano” rimane assai delusa dal suo atteggiamento di
disapprovazione. Per farsi perdonare Frederick la invita a teatro a
vedere l’opera, riportando le parole del canto, tra i due sboccia
l’amore: “nel profondo della notte profumata ho ascoltato con l’animo
rapito la tua diletta voce: il tuo cuore ha compreso il mio”.
A Nizza intanto Amy e Laurie si ritrovano; il loro incontro
all’inizio e’ tempestoso: si rimproverano a vicenda i loro difetti: per
Amy lui e’ uno spendaccione vuoto e perditempo, musicista fallito; per
Laurie lei, pittrice fallita, e’ un’arrivista che sta per fidanzarsi con
un riccone solo perche’ possiede una grossa rendita...si lasciano ma si
pensano molto. Laurie torna a Londra dal nonno per occuparsi degli
affari.
Jo, dopo aver avuto un giudizio decisamente negativo da parte del
professore per il romanzo che sta per pubblicare, riceve notizia della
malattia ormai inguaribile di Beth; senza nemmeno salutarlo, corre a
casa e trova la sorella in fin di vita: l’umile, generosa, altruista
spirituale, Beth, e’ la prima ad andare avanti, senza paura, la prima ad
affrontare coraggiosamente il difficile momento del distacco, della
morte. Questo e’ per Jo il momento piu’ difficile, il momento della
solitudine. Ma nello scrivere la storia di se’ e delle sorelle in
sincerita’ e commozione, ritrova se stessa e la serenita’.
La notizia della morte di Beth arriva anche ai due giramondo. Laurie
lascia Londra e corre da Amy, il loro amore e’ maturato nella lontananza
e divenuto forte e sincero: si sposano in viaggio e tornano a casa
insieme.
La famiglia e’ riunita, manca Beth, anche la zia e’ morta, lasciando la
sua grande casa di Plumfield a Jo, ma sono nati a Meg e John due
gemelli.
Laurie e Jo si sono spiegati: il loro amore mancato si e’ tramutato in
fraterna amicizia; mentre si festeggia il ritorno degli sposini, arriva
il professore Bhaer con il libro di Jo sulla vita delle sorelle March,
pubblicato da un suo amico editore. Credendo Jo sposata con Laurie,
Frederick sta per andarsene, ma Jo lo rincorre sotto la pioggia e,
chiarito l’equivoco, gli offre un posto di insegnante nella scuola per
ragazzi che sta per nascere nella proprieta’ di Plumfield. Si celebra
cosi’ il terzo matrimonio e la fine del romanzo che ha contribuito
all’educazione di milioni di ragazze del ventesimo secolo, compresa la
sottoscritta.
Grazie. F.V.
Piccole Donne
interpretazione di Franca.
Consideriamo questo film,
rielaborazione assai valida dei libri di L.M.Alcott, Piccole Donne e
Piccole Donne crescono quale “sogno” della regista Gillian Amstrong,
che, per poter rivisitare i due romanzi ha fatto sue le tematiche della
vicenda, forse anche raccogliendo i sentimenti di gratitudine verso
l’autrice di tutte quelle lettrici che per piu’ di un secolo hanno
tratto insegnamenti, ispirazioni e guida dai modelli di questa storia
molto umana e sempre attuale: “essere” donne, piccole e poi
crescere in un mondo che cambia. Il film nel primo tempo e’
ambientato, come il romanzo Piccole Donne, nel periodo della
guerra di Secessione: si parte da una situazione di guerra e di
conseguente poverta’ temporanea: sappiamo che la guerra di
Secessione Americana era combattuta tra gli Stati del Nord
antischiavisti e industriali e gli Stati del Sud schiavisti e agricoli:
vinsero i Nordisti e la schiavitu’ fu abolita. Simbolicamente questa
guerra ed il suo epilogo con il conseguente sviluppo degli Stati Uniti
rispecchiano gli avvenimenti del “sogno” della Am-strong {il cui
significato e’:(Io) sono forte}: la protagonista che parla in prima
persona e’ Jo, diminutivo di Josephine, ma anche trasformazione del
pronome latino e-go’ = gio’ = io, e quindi relazionabile all’io
razionale e mentale della regista. D’altra parte le quattro sorelle,
viste in rapporto all’Albero Cabalistico fanno subito pensare (come le
quattro donne di Giacobbe: Rachele, Bila, Zilpa e Lia) ai quattro
livelli di Coscienza: Beth ad Atziluth, mondo delle Cause Prime o dello
Spirito; Jo a Briah, mondo del pensiero o del mentale; Meg a Yetzirah,
mondo del sentimento o dell’astrale; infine Amy ad Assiah, mondo
dell’azione o fisico.
La storia della famiglia March {= Marzo, mese dell’inizio della
primavera, quindi relativo al periodo della “Pasqua” cioe’ del Passaggio
(del’Angelo), oppure della Resurrezione} e’ la storia delle quattro
sorelle nel periodo della loro adolescenza e giovinezza (piccole, che
crescono) e come un arbusto diventa Albero, cosi’ esse maturano e fanno
frutto. Ma andiamo per ordine: e’ il Natale del 1861 (1+8+6+1= 16 ): e’
l’inizio del tempo della resa dei conti (16 = Archetipo della Torre), e’
infatti l’anno dell’inizio della guerra; c’e’ fame e poverta’ nella
cittadina di Concord, (il cui significato e’ Concordia, armonia),
cittadina del Massachusetts, dove vive la famiglia March, ma le quattro
sorelle non perdono la luce della Gioia e, malgrago tutto,
riescono a cantare Hosanna in excelsis, cioe’ a rendere “Gloria
nel piu’ Alto dei Cieli”, vale a dire, riescono a mettere l’attenzione
sullo Spirito, cosa d’altronde piuttosto naturale, visto che il rev.
March fa parte della corrente filosofica detta Trascendentalismo,
come piu’ tardi confidera’ Jo al prof. Bhaer. Nelle aspirazioni delle
quattro sorelle c’e’ “in nuce” il loro futuro e anche il loro destino,
perche’ nei desideri esse esprimono la loro essenza, secondo la loro
indole: Beth (da Elisabetta = Pienezza di Dio) desidera la fine della
guerra: realizzera’ la Reintegrazione; Jo (da Josephine = Giuseppina =
Dio aggiunga) aspira alla capacita’ di trasmettere la conoscenza e, col
suo Frederick (=potente in Pace), otterra’ la serenita’ mentale e
fondera’ una scuola; Meg (da Margaret = margherita, il fiore) desidera
una Casa bella: realizzera’ l’amore con il suo John (= Giovanni = dono
divino), cioe’ la pienezza dell’astrale (Tiphereth = Bellezza); infine
Amy ( da Amelia = vergine dei boschi) che vuole un marito ricco, con
molti denari, con molto “oro”, con Laurie (da Lorenzo, relativo
all’all-oro) avra’ la completezza sul piano fisico.
L’incontro Jo-Laurie e’ l’inizio del mutamento auspicato da Jo (...io
mi abbandonavo a loro (ai personaggi della sua fantasia) anima e
corpo, desiderosa di mutamento). Se tralasciamo Beth e consideriamo
le altre tre sorelle come la colonna femminile, di sinistra, dell’Albero
della famiglia March, “ il mutamento” incomincia con la conoscenza da
parte della mente, io razionale, Jo, della colonna maschile, all’inizio
“assente”, (non attiva, al fronte), per mezzo dell contatto di Laurie-
John, e piu’ tardi di Frederick. Essi rappresentano le tre Sephiroth
complementari della colonna femminile e i tre matrimoni sanciscono lo
sviluppo armonioso dell’Albero. Il percorso di risalita di tale Albero
cabalistico comincia con la rettificazione delle Sephiroth dal basso:
Amy subisce una punizione corporale; come centro femminile del piano
assianico, e il raffinamento della sua energia non puo’ che essere
inciso sulla sua stessa natura; Meg viene mortificata nella vanita’,
sull’astrale e Jo deve battagliare con la sua violenza e ira sul
mentale. La cassetta postale che opera gli scambi tra i due giardini,
quello di casa March e quello di casa Lawrence, in un certo senso, tra
le due colonne dell’Albero, ha la forma di una casetta, ma funziona da
“cuore”, da “vaso” comunicante, e’ infatti per mezzo suo che le
sorelle March poterono scoprire cosa voleva dire avere un
fratello tutto per loro, per la messa a nudo delle anime e per
l’espressione dei piu’ agghiaccianti segreti. Il conflitto Jo-Amy
si svolge tutto, fin dall’inizio, per la conquista di Laurie, l’energia
maschile del piano fisico, perche’ Amy sa gia’ di poter vantare dei
diritti su di lui, invece Jo, essendo piu’ forte (piu’ anziana) cerca di
governare quell’energia a modo suo, pur conoscendo bene la differenza
di “piano” tra la sua essenza e quella di lui. La figura della sig.ra
March, la Madre, e’ archetipica, come Binah, racchiude in se’ tutte le
figlie e, conoscendole, puo’ guidarle verso i loro destini con saggezza
e lungimiranza. La “ferita” del rev. March e’ la causa della momentanea
debolezza della colonna di destra, ma John recupera tale ferita col
fidanzamento e susseguente matrimonio con Meg. La zia March simboleggia
in qualche modo la controparte di Jo in quanto, oltre a rappresentare
per lei “la frusta”, il Geburah stimolante, severo, del Giudizio, il
Rigore, con il rifiutarle il viaggio in Europa (= la madre di Minosse,
per colpa del quale fu generato il Minotauro) e quindi evitandole una
serie di esperienze negative e disintegrative, la spinge ad andare a New
York, (la Citta’ Nuova) dove puo’ incontrare Frederick, il suo Chesed,
imparando soprattutto a non mercificare “i suoi talenti”. Lasciandole
poi la casa di Plumfield (= il meglio del campo= il campo migliore), le
permette di trattenere Frederick ( la Pace) e di sposarlo. Il trapasso
di Beth non puo’ che essere considerato come necessario per la “Discesa
dello Spirito”, il che avviene solo quando il corpo fisico e’ stato
trasceso e il distacco realizzato. L’incontro all’estero (=esterno,
esteriore) di Laurie ed Amy, e il loro matrimonio basato sugli stessi
gusti e interessi completa la formazione e la compattezza dell’ Albero,
rafforzandone la base.
l’Albero della famiglia March e’ andato in giro prer il mondo e ha
elargito abbondantemente i suoi frutti: questo commento e’ uno dei
tanti. Grazie. F.V.
Albero cabalistico
Piccole Donne
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