ROMEO E GIULIETTA
(Interpretazione cabalistica di Franca Vascellari)
L’odio di due famiglie
nobili nella Verona medievale e’ alla base e quindi il protagonista
della romantica tragedia shakesperiana. Se esso e’ l’amore capovolto,
il Tiphereth nero dell’albero della morte in opposizione al Tiphereth
bianco dell’Albero della vita, la sua trasmutazione o recupero potra’
essere solo provocato dall’amore sacrificale germogliato
inaspettatamente dai suoi stessi rami.
Consideriamo pertanto “Romeo e Giulietta” di Shakespeare, rivisitato da
Zeffirelli nel film del 1968 come un albero cabalistico di qelipoth in
cui i vari personaggi cooperano tutti con i loro egoismi e vizi e
violenze al “sacrificio” dei nuovi germogli, appunto i due ragazzi
innamorati dell’Amore, potati affinche’ l’Albero tutto possa
rigenerarsi.
In questo albero cabalistico al nero attribuiamo alla citta’ di Verona
il piano fisico [Assiah]; il Principe, la personalita’, e’ costituita
dalle due famiglie rivali: ai Montecchi diamo il mondo mentale [Briah] e
ai Capuleti il mondo astrale [Yetzirah]; figlio dei Montecchi e’ Romeo,
figlia dei Capuleti e’ Giuletta. Questi due mondi, ognuno ricco e pieno
di energie, sono in continua guerra fra loro per la supremazia, il
prestigio, il fasto; la minima occasione di contrasto tra i padroni o
tra i parenti o i servi, crea motivo di lotta e di spargimento di sangue
[inutile spreco di energie]. Il Signore della citta’, il Principe, la
personalita’, non sa come gestire la situazione, minaccia tutti di gravi
pene, ma in realta’ si sente impotente …[viene in mente il cieco re
Dritrarasthra del Mahabharata, ma qui non c’e’ Krishna a guidare la
giusta e legittima guerra]…e a muovere le fila della storia sara’ il
frate Lorenzo, un mentale ingegnoso e fantasioso, un po’ incosciente e
superficiale, che combina il matrimonio irregolare e prematuro dei due
giovani, facilita la consumazione delle nozze e architetta un piano di
“salvezza” contorto e sfortunato [fuga e ritorno di Romeo, finta morte
di Giulietta, ecc.] che si risolvera’ nella tragedia finale.
Ma a chi attribuire la causa della disgrazia dei due giovani? Possiamo
dire che l’artefice del dramma e’ Mercuzio, mentale razionale
dell’albero: inquieto, insoddisfatto, furbo, serpentino, caustico,
arrabbiato, che “vuole” il sangue di Tebaldo [astrale superiore
dell’Albero], borioso, prepotente e supponente: entrambi moriranno a
causa di Romeo, Mercuzio per mano di Tebaldo, e Tebaldo per mano di
Romeo, accecato dal desiderio di vendetta.
Altro personaggio secondario ma di grande rilievo e’ la Balia, quasi
piu’ madre della madre di Giulietta, a cui abbiamo attribuito l’astrale
inferiore dell’Albero, tutta sensualita’ e passionalita’, che favorisce
e spinge e gode dell’avventura amorosa di Giulietta; Balia che, invece
di consigliare la prudenza, il pudore e l’onesta’, incita la figlioccia
al matrimonio utilitaristico con Paride, il pretendente scelto dal
Padre, matrimonio che la renderebbe fedifrega e adultera.
Giulietta, seguendo i consigli del frate Lorenzo, beve la pozione magica
e finge di morire… Romeo alla vista della sua Giulietta senza vita, si
uccide col veleno e Giulietta rinvenuta, alla vista di Romeo morto si
suicida col suo pugnale.
Al Principe di Verona e ai parenti dei due giovani non resta che
meditare sul fatto che odiarsi genera morte e impararlo significa
sacrificare il meglio di se stessi…
Quando Sole e Luna si sono spenti in noi che altro resta se non
piangere?
Cosi’ insegnava Shakespeare nel 1595…. Grazie. F.V.
ALBERO CABALISTICO
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