La Vita, lo "Spazio" onnipervadente, lAssoluto
Silenzio, come unimmensa partitura, accoglie pazientemente i singoli pentagrammi
(cose,
piante, animali, uomini), ciascuno con la sua particolare chiave, i suoi propri
tempi, ritmi, arrangiamenti, ecc. A volte due pentagrammi
scoprono di produrre suoni in armonia e complementari fra di loro, ed ecco che
stabiliscono di "mettersi insieme". Tutto questo è ciò
che io
chiamo pace, armonia, accordo, complementarietà, amore. Altre volte,
due pentegrammi scoprono di produrre suoni incompatibili, dissonanti,
ed ognuno dei due fa di tutto per imporre le proprie vibrazioni: chi canta più
forte copre laltro, oppure, costringe laltro a cantare la propria
canzone. Tutto questo è ciò che io chiamo guerra, disarmonia,
disaccordo, egoismo, odio. Quando questo secondo caso accade in"grandi
cori",
quando come dice Tolstoj i malvagi fanno lega fra loro per costituire
una forza, allora è necessario che gli onesti facciano altrettanto".
Ma spontanea sorge la domanda: chi sono i malvagi? Chi gli onesti? Per noi è
malvagio chi agisce sotto la spinta del proprio ego, ed è onesto
chi fa la cosa giusta al momento giusto spinto dalla propria coscienza, dal
Sé. Però lesperienza ci porta subito a sottolineare che
in ognuno di
noi alberga il giusto e lingiusto, e questo ci obbliga a formulare la
terza ipotesi: quando allinterno di noi stessi i nostri vizi fanno lega
per
costituire una forza, le nostre virtù devono fare altrettanto. Da questa
ottica tutti i personaggi di Guerra e pace non sono che vizi e virtù,
cosa
questa che rende possibile la loro collocazione sullAlbero cabalistico.
Le guerre e le paci a cui assistiamo in questo romanzo-film sono tante:
quelle fra russi e francesi, quelle tra famiglie, quelle fra personaggi, ed
in fine quelle fra bene e male allinterno di ogni personaggio. Ognuno
di essi è una componente tolstojana: Pietro é il mistico ricercatore
della Verità; Andrea é il guerriero in cerca di gloria; Natascia
é il puer sempre
pieno dargento vivo; Anatolio, il libertino; Elena, lamante; Il
generale Kutuzov, il comandante supremo; e tutti gli altri (tanti), di cui non
parleremo. Ognuno di essi si muove nel proprio ambiente: Pietro, sul sentiero;
Andrea e Kutuzov, sui campi di battaglia; Natascia, nella palestra
della vita dei sensi; Elena e Anatolio nei salotti, ecc. Tolstoj realizza il
suo capolavoro dando ad ogni suo personaggio una sua forza di gravità,
una sua rotazione, una sua rivoluzione: un perfetto sistema solare, calato entro
altri più grandi sistemi... Lautore, attraverso i suoi personaggi,
ci parla delle sue illuminazioni e dei tortuosi percorsi attraverso cui cé
arrivato. Quando Leone, col suo soldato Andrea muove guerra
allignoranza che ricopre levidente Verità, ci mostra per
esempio uno di questi percorsi; e lo stesso dicasi per un Pietro che decide
di
"immergersi" nella guerra o di uccidere Napoleone. Quando invece fa
dire ad Andrea prossimo al trapasso che "la morte é un Risveglio",
mostra un conseguimento. Quando infine Tolstoj con Pietro muove guerra allego
che vorrebbe tenerlo sottochiave (un soldato francese lo
costringe a non oltrepassare il recinto dei prigionieri), attraverso lesplosiva
risata del suo preferito ci regala tutta la sua Saggezza: "Ah, Ah, Ah!
Mi privano della libertà; hanno fatto di Me un prigioniero, di Me che
ho unanima che nessuno può distruggere! Ed è mio luniverso,
perchè
sono vivo e vivo in ogni cosa, ed ogni cosa vive in Me!". Chi scrive questo
è un alchimista che ha capito dessere una Coscienza Impersonale
Onnipervadente, uno che ha fatto loro partendo dai metalli più
disparati; uno che lasciando aperta la porta del suo laboratorio (un romanzo
ricco di spiritualità a dispetto di ogni scomunica) chiede a tutti noi
di fare quello che lui ha fatto: muovere guerra a tutta lignoranza nostra,
a
quel cumulo di realtà virtuale che é lillusorio ego fatto
di corpo e di mente.
E qui ci stanno proprio bene le parole di Maharaj: "In
breve, fatela finita con quel corpo-mente come vostra identità...
Voi siete lanima stessa dellUniverso" (N. Maharaj Prima
della coscienza). N.M.