Nato il 16 ottobre del 1854 e morto il 30
novembre del 1900, Oscar Wilde, con lintera sua vita pare
abbia voluto dare coerenza ai suoi
principi, che, diciamolo subito, noi non condividiamo. Per
noi larte non è indipendente dalle morale: la vera arte, quella
ispirata, veicola
il bello, il vero, il giusto, il buono. Per ottenere il distacco dalla vita,
a parer nostro, non occorre mettersi una maschera, sibbene togliere
quella che si è scoperto davere. Luomo, per noi, non è
colui che finge di essere, ma colui che é. Il nostro motto no è
"sii artificiale", ma sii
naturale. Ma allora, si chiederà qualcuno,
perché avete scelto di commentare questo benedetto film tratto da una
commedia di Wilde? Primo,
perché è adatto a far riflettere sulle cose alle quali abbiamo
appena accennato, e secondo, perché vorremmo conoscere un po più
a fondo noi
stessi attraverso il percorso che andremo a fare dentro la commedia-film. La
vicenda è riassumibile così. Robert,
parlamentare integerrimo,
dovrà tenere alla Camera dei Comuni, un discorso contro il progetto speculativo
del canale dArgentina. Insieme con sua moglie Gertrude,
qualche giorno prima danno un ricevimento. Una vecchia compagna di scuola di
lei, la signora Cheveley, dopo essere riuscita a farsi
invitare, dice a Robert di essere in possesso di una lettera, con la quale,
molti anni prima, lui stesso comunicava segreti di stato, concernenti
la costruzione del canale di Suez , ad uno speculatore. Se egli non appoggerà
il progetto del canale dArgentina, su cui lei ha investito molto,
divulgherà la lettera e gli rovinerà la reputazione. Gertrude
non perdona al marito tale errore, e se ne allontana. Il loro comune amico,
lord
Arthur, alla fine, grazie ad una scommessa fatta con madame Cheveley, risolverà
la questione: i due converranno che, se Robert terrà un
discorso a favore del canale, lui la sposerà; se invece Robert parlerà
contro il progetto, lei gli consegnerà la lettera ed avrà perso
la
scommessa. E proprio ciò che accade: la Cheveley perde, consegna
la lettera e torna in Austria, ma prima sparge ancora un po di veleno:
dopo aver rubato in casa di Arthur una lettera con la quale Gertrude chiedeva
un incontro notturno con il lord, la fa pervenire a Robert,
che
indignato lascia la moglie. Questa volta a ricomporre tutto sarà la sorella
dello stesso Robert, che con il suo fascino e la sua intelligenza
conquisterà il cuore di lord Arthur e lo sposerà. Tale
matrimonio renderà felice il padre di Arthur, lord Caversham, che non
desiderava altro
che la sistemazione del figlio. Vista la commedia,
alla fine ci si rende conto, che tutti quei personaggi non hanno fatto altro
che" mentire" .
Oltre lavvenenza dei dialoghi, oltre la superficie dello scritto, rimane
linconsistenza su cui si basa la grossa bugia. Sì, è una
menzogna
raffinata, di maniera, estetica, avvenente, colta, spiritosa, spumeggiante,
accattivante, e quanto altro volete, ma pur sempre menzogna
Nessuno di quei personaggi ha verticalità:
nessuna tensione verso il proprio centro, nessuna propensione al vero, nessuno
spessore. Molti
lavori alchemici sono volutamente bugiardi ed i loro autori, nella letteratura
alchemica, sono qualificati " invidiosi". Quel loro mentire ha uno
scopo ben preciso: far collassare la mente egoica del ricercatore, non fargli
capire più niente, confonderlo e portarlo al silenzio mentale. Di
tanto in tanto regalano una perlina, che il vero studioso riconoscerà
ed il soffiatore (il falso alchimista) non riuscirà nemmeno a scorgere.
Queste bugie, in un certo senso, non sono solo menzogne,
ma anche porta candela, porta luce: colui che,nonostante
questi inciampi,
continuerà nella ricerca e, giunto allingresso della miniera (la
propria interiorità) continuerà con coraggio lo scavo, prima o
dopo, emergerà
dal buio della oscura notte dellanima e vedrà la luce. Il
marchese Massimiliano Palombara (che " il 13/X/1652 trovò
il sospirato antro di
Mercurio in cima a una collina, vicino a una quercia cava,
ai cui piedi scorreva una fonte purissima ) scrisse proprio un libro il cui
titolo
era "La Bugia" , ed il cui significato doppio era quello di menzogna
per tutti coloro che, non sapendo andare oltre i suoi versi strani,
avrebbero ritenuto la sua opera falsa e priva di contenuti e insegnamenti, e
quello di porta candela, per i pochi che avrebbero Scorto
la
Sapienza in essi ben celata e tuttavia lì a portata di chiunque. Se
il perfetto intelletto è Mercurio, Hermes, e la materia prima è
Mercurio, lo
stesso Hermes, la Sophia, la Sapienza con cui furono creati i mondi, è
entrambi. Ecco come il marchese di Palombara trovò
il sospirato
antro di Mercurio: "Avendo la Sapienza luomo
possiede anche lArte (alchemica)
e come col solo fiele del pesce
si restituisce la vista a
Tobia (vedi il libro di Tobia nella Bibbia), con lamarezza della speculazione
si restituisce la vista allintelletto" (La bugia Marchese
Massimiliano di Palombara Mediterranee). Noi,
pur non condividendo i principi di Wilde, rispettiamo sia il modo in cui ha
vissuto, sia
la sua Opera, la quale, chissà, a qualcuno
avrà dato o darà quello che noi non siamo riusciti forse a scorgervi.
Per farci perdonare laver
qualificato bugiardi i suoi personaggi, cercheremo adesso di vedere in essi
quanto di buono riusciamo a ritrovarvi: Arthur, incarnando
larchetipo del puer, vive la sua vita giocosamente e gioisamente e attraverso
le vicende della commedia, ci dice tutto sul suo "creatore",
di cui veste non solo i panni
Il suo edonismo
può essere forse visto come inconscia ricerca di una felicità
che sta oltre la fisicità e la
passionalità. Attraverso Robert, Wilde ci manda
a dire che il commercio senza coscienza, quello posto in essere da speculatori
senza
scrupoli, può essere la rovina di una nazione. Attraverso
Gertrude, che nessuno è perfetto a questo mondo. E per mezzo di Mabel
che,
guardare una cosa è diverso dal vederla: non si può vedere nessuna
cosa, se non si riesce a scorgerne la bellezza. Mentre
con tutti gli altri
personaggi negativi, infine, ci mette in bocca le sue parole: "Ci
vuole un gran coraggio a vedere il mondo in tutta la sua miseria ed a
continuare ad amarlo". Grazie comunque Oscar.
Fra tanti film pregni di violenza, buttata lì solo per far soldi; fra
i tanti altri privi di veri e
propri dialoghi nonché di contenuto alcuno; e fra tutti quelli, infine,
che pretendono di passare per opere darte, ma che opere darte non
sembrano proprio, fra tutto questo, la tua commedia,
può davvero permettersi di dire tutte le bugie che vuole. Bravissimi,
regista, attori,
costumisti, e chiunque abbia collaborato allallestimento del film. Grazie
N.M.