Il film ci mostra uno spaccato di vita di una famiglia danese
composta da padre vedovo, tre figli maschi di cui uno sposato con moglie
e due bambine. Giovanni, uno dei tre figli, sembra matto: crede di essere Gesù
Cristo, e spesso circola per casa con gli occhi fissi nel
vuotoe recitando a memoria brani di Vangelo. Il figlio più piccolo è
innamorato della figlia del sarto del villaggio. La nuora manda avanti
le faccende di casa cercando di accontetare tutti e mostrando una fede profonda
in Dio. Il figlio maggiore, suo marito, è invece ateo.
Il vecchio ed il sarto, appartengono a due sette cristiane diverse e antagoniste,
per cui sono contrari al matrimonio fra i due giovani.
Altri personaggi di rilievo sono il pastore ed il dottore. La nuora, a causa
di un parto difficile muore, nonostante si sia sacrificato il nascituro.
Tale evento riesce a riavvicinare il sarto ed il vecchio, che decidono di far
sposare i due giovani. Stanno per chiudere la bara , quando fra
lo stupore generale, Giovanni il figlio matto che intanto sembra esser rinsavito,
compie il miracolo: nel nome di Gesù Cristo ridà vita alla
cognata, grazie alla fede incrollabile della più piccola delle sue nipotine.
Questa è la scarna vicenda. Apparentemente il film racconta una
storia semplice e anacronistica , ma a ben scavare ci si rende conto di come
dietro l ingenuità della vicenda ci sia ben altro. Il vecchio ed
il sarto con le loro dispute ci ricordano le assurde guerre di religione che
da sempre hanno avvelenato il nostro pianeta. Le figure del folle
di Dio e del pastore ci ricordano le persecuzioni che da sempre hanno dovuto
subire gli illuminati da parte dei preti detentori del potere
allinterno della stessa confessione religiosa. Poi abbiamo la disputa
fra scienza e religione (medico e vecchio), ed infine la questione della
fede e dei miracoli. Cominciamo con le guerre di religione. Così come
il sarto ed il vecchio sono convinti ciascuno di possedere interamente
la verità su come contattare il Divino, allo stesso modo i teorici di
due diverse religioni sono convinti di possedere i giusti dogmi e i giusti
riti attraverso cui giungere a Dio. Se la cosa si fermasse qui, nulla da eccepire:
il fanatismo passivo, la presunzione passiva non hanno mai
fatto male a nessuno. Ma nel momento in cui Essi diventano attivi cominciano
i guai. Nel film vediamo come il sarto, convintissimo di dover
salvare lanima del vecchio, lo invita a seguire la sua fede, e quando
è completamente preso dal suo delirio di salvazione, gli scaglia quasi
una maledizione (che per lui è invece profezia, veggenza). In piccolo
è quello che è sempre accaduto fra le religioni. Si comincia con
il
confrontarsi a parole, si continua alzando steccati per non mischiarsi, si finisce
col combattersi. Ma tutto questo accade fra teorici, fra esseri
mentali che non hanno mai avuto una teofania. Non per nulla i preti di tutte
le religioni non hanno mai saputo riconoscere in vita la santità
dai loro santi, salvo poi a recitare il mea culpa e a beatificarli dopo morti
e sotterrati. Nel film accade la stessa cosa: il prete non riesce a vedere
nella "follia" di Johannes la mano di Dio: "andrebbe rinchiuso"
dice al vecchio padre, andrebbe isolato. Quello è un figlio di Dio, un
unto
dallo Spirito Santo, ma lo sa solo lui e lEterno. I Santi, in ogni epoca,
sono sempre stati accusati di essere posseduti dal principe di questo
mondo. Persino a Gesù Cristo è stata mossa tale accusa. Quanto
alla disputa fra scienza e religione accade più o meno quello che nel
film
sottolineano i due personaggi che le rappresentano, il medico ed il pastore.
Il primo ha fiducia solo nella conoscenza, nella prova sperimentale;
il secondo dà ogni merito a un Dio Trascendente. Entrambi non vogliono
ammettere la forma immanente di Dio, quella che amo chiamare
VITA UNIVERSALE che tutto permea e sostiene, dalle forme più sottili
a quelle più grossolane, che tutto anima e muove, e che può
precipitarsi in un individuo che è riuscito a dare al suo cuore e al
suo intelletto, ma direi anche al suo corpo fisico, una tale forza magnetica
da "costringerLa" ad operare miracoli attraverso le Sue eterne leggi
(cosa che accade a Johannes, il quale ha molto pregato e molto chiesto:
chiedete e vi sarà dato). E siamo arrivati così al miracolo e
alla fede. Quello che tutti ritenevano pazzo (tranne la nipotina, la quale non
giudica
con la mente egoica ma col cuore e con la sensibilità di un corpo e di
unanima puri) sa di essere uno con questa VITA ed è proprio per
questo
che riesce ad avere una fede vera, quella che deriva dalla saggezza e non dalla
conoscenza mentale: la sua fede è prima un fiore profumato che
stordisce e fa perdere quasi il lume della ragione, e poi un frutto maturo pronto
a testimoniare la potenza di questa Divina Energia che tutto
anima. Ma come accadde al maesttro Gesù accade a lui: nessuno crede alla
potenza di una simile fede che può smuovere le montagne, tranne
una bambina, per la quale le parole vere manifestano tutta la loro potenza,
e quelle di suo zio Johannes lo sono e quindi non possono che
svegliare la sua mamma, anzi devono. Ordet è davvero un film da vedere
e gustare ed i suoi 50 anni non li dimostra davvero.