SOCRATE Omero la pensava come spirito, fantasma che abbandona l'uomo morto e gira inconsapevole per l'Ade, come una larva che mete non ha. Per gli Orfici era soltanto un
Demone ch'espia in noi la colpa in "io"
dormente; pei fisici, momento del principio; per i poeti un indeterminato. Per Socrate Psiché è più importante: essa è la nostra coscienza pensante; l'anima nostra è un "io
consapevole", ripieno d'intelletto e di morale. Anima come coscienza, anima come "io", dell'uomo fa quell'essere che rassomiglia a Dio. Conoscere se stessi non è saper del nome oppure della soma, ma esaminarsi dentro e imbattersi nell'anima. Se curi solo il corpo, non stai guardando te: ti curi veramente, se curi Psiché. Conosco l'anima, ne sono medico, perciò vi educo finché Psiché diventi bella. L'essenza è l'anima, che quando opera, nel corpo semina la verità. È cosa abominevole chi è senza autodominio, chi resta prigioniero dell'animalità. Vivrà come il Caradrio, selvaggio alato antico, che mentre mangia evacua per la voracità. In me si manifesta qualcosa di
divino: mi dice di non fare quello che sto
per fare, e non mi dice mai fai questo o
quello.
Il
Daimonion
del Cielo è un
privilegio, che porta l'uomo lì, oltre l'umano. Non è frutto di
vino, non è mio personale: è solo evento fatto di buon Sale, Voce che dice al buono: quello è bene. Vero filosofo è chi sa che la Sapienza nell'anima è di già; chi sa di non dovere niente dare, se non la spinta a farla partorire. |