Riflessioni di Giorgio Rollo
sul “Tao Te Ching”
Aforisma Decimo

 

“Sai serbar uno l'anima ed il corpo
senza scissione? E tenere il respiro
lieve, come di un bimbo nato appena?”

  

Si ritiene che l'anima presieda alle attività psichiche, mentali e corporali, pertanto giusta la lezione dello Stagirita, essa appartiene agli enti intermedi come ad esempio il numero. E' dunque un'ente composto, un misto di sostanza e intelligibile.
Come in matematica ci sono i numeri aurei o perfetti così nella vita degli esseri umani ci sono alcuni individui tendenti alla perfezione. Questi generalmente sono persone che hanno stabilito un buon equilibrio tra la parte mentale-psichica e quella propriamente detta corporale.
Come la realtà matematica ruota intorno a degli assiomi, così la persona che tende alla perfezione deve ruotare intorno a dei principi di natura morale. Questi principi di natura morale hanno la stessa funzione degli assiomi: delimitano l'agire e dunque gli danno “possibilità”. Senza principi, o assiomi, o punti di riferimento fondamentali non si crea nessuna scienza e nel nostro caso vita umana individuata. Così senza alcune regole comportamentali e di misura introiettate e vissute come principi non c'è salute dove, secondo l'accezione antica per salute si intende sia quella dell'anima come quella del corpo. Dunque quando c'è salute c'è respiro lieve e non affanno.

 

“Lo specchio buio l'hai tu reso limpido,
sicché, puro sia terso d'ogni macchia?”

 

La nostra facoltà psico-emotiva è come uno specchio: l'immaginazione, la fantasia ed il sogno compongono questo nostro subconscio; la mente, facoltà raziocinante ed intuitiva, è il panno con il quale rendiamo terso lo specchio per vedere in esso chiaramente.
Se emotivamente ci sentiamo agitati per analizzare questa situazione non ci basta solo la ragione, ma dobbiamo andare a ritroso per vedere le cause di questa agitazione nell'immaginazione, fantasia e sogno. Dopo, con l'ausilio della ragione e del metodo introspettivo (mente-cuore), trovare i nessi fra le differenti immagini emotive ed il nostro vissuto quotidiano. Indi scoprire il motivo reale di detta agitazione provocate nell'inconscio da un super-io censurante.
Una volta trovato il motivo c'è la catarsi.

  

“Governi, ami la gente: non forzando?”

 

Quando si usa il termine “gente” si comprendono tutte le categorie di persone: dall'aristocratico al plebeo, dal malfattore alla persona onesta, dal povero al ricco, insomma con questa espressione si racchiude l'insieme del genere umano. Da questo si evince che il Saggio deve volare alto ed adunare in un medesimo sentimento senza parzialità tutte le persone: accogliere con il medesimo spirito sia i loro difetti come le loro virtù. Come dice il vangelo”... (Dio) fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”. (Matteo 5, 45) Il saggio deve avere la medesima attitudine della Somma Perfezione.
Governare non forzando significa indirizzare gli individui con il proprio esempio. Come insegna ogni manuale di pedagogia il miglior metodo educativo che si possa impartire è quello di vivere in prima persona quello che si propugna.
Si deve raddrizzare, ove necessario, ma senza violenza, bensì con amore e rigore, come fa il genitore con la sua prole.

 

“Al chiudersi e all'aprirsi dei battenti
del cielo, sai tu fare come femmina?”

  

L'alternarsi della buona e cattiva sorte nella vita di ciascuna persona è come un chiudersi ad aprirsi dei battenti di una finestra. Essa dipende in parte dal capriccio della Fortuna che regge le sorti dell'umana esistenza. Gli antichi rappresentavano la Fortuna come una giovane bendata che elargisce i suoi favori alla cieca.
Pur ammettendo il Caso come supremo facitore delle vicende umane dobbiamo convenire che esso è un “Caso Regolato”. Poiché al di sopra del Caso c'è l'Uno Ordinatore, che pur lasciando operare in piena autonomia combina tutto in modo tale da regolare l'insieme.
Dopo l'Uno c'è il Due che è Femminile ed accoglie. Così il saggio deve saper accogliere con il medesimo spirito sia la buona che la cattiva sorte. Sapendo che permanendo in tale atteggiamento trasmuta la cattiva in buona sorte come insegna il libro di ascesi “L'Imitazione di Cristo”: “Se prenderai la tua croce di buon animo sarà essa a portarti”.

 

“E, pur tutto vedendo e conoscendo,
agisci praticando il non sapere?”

 

L'uomo nella misura in cui accresce il suo sapere diminuisce il suo egocentrismo. Più una persona vede e conosce, più il detto socratico gli ritorna in mente: “il sapere di non sapere”, che è frutto di compiuta conoscenza umana.
Ma per agire praticando il non sapere si richiede un'alchimia dello spirito. Si può equiparare al tiro dell'arco nella pratica dello zen. Bisogna aver studiato, assimilato e introiettato al fine di rendere l'agire dotto come natura spontanea.

  

“Allevi bene il popolo e lo sfami,
lo allevi e ne fai una cosa tua?”

 

Il primo dovere dei genitori nei riguardi della loro prole in tenera età e quello di assicurare ad essi il necessario sostentamento alimentare. Così il Sovrano come un buon padre di famiglia deve provvedere alle necessità dei suoi sudditi. Ma in questo compito è racchiuso lo stesso insegnamento che il buon senso dovrebbe dettare ad un genitore, ossia non considerare come propria proprietà i figli ma concedere ad essi la libertà. Allo stesso modo di un buon padre di famiglia il Sovrano è chiamato a dare libertà ai suoi sudditi. E dunque non trattarli come schiavi bensì come collaboratori dove il Sovrano è il primo funzionari dello Stato, che oltre agli onori ha il più grande onere, quello di essere responsabile del buon andamento di tutto il paese nei confronti del suo popolo in terra e della giustizia divina dopo morte.

  

“Agisci senza nulla ricavare;
fai crescere e per questo non ti imponi?
Tutto questo è virtù che in buio resta”.

 

Agire senza il proprio tornaconto è di persona che abbia raggiunta una certa qual atarassia. Ovvero di un individuo che non opera di amore mercenario ossia alla ricerca del proprio utile materiale, ma di una persona che opera di amore oblativo: di persona libera e signora di se stessa. Solo chi è riuscito ad avere la signoria su di sé agisce in modo gratuito poiché egli ha ottenuto la padronanza su se stesso, domando L'io inferiore animale a vantaggio dell'Io Superiore Spirituale. In un linguaggio religioso si direbbe che ha spodestato l'uomo per farvi regnare Dio.
Come Dio è onnipresente ma allo stesso tempo è il più nascosto, così l'uomo saggio fa crescere  senza per questo far agire alla sua ombra. Egli si annulla, annullandosi dà spazio e luce al suo seguace. Tutto questo egli opera nel nascondimento, perciò il Saggio Taoista dice che è: “virtù che in buio resta”.


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