Riflessioni di Giorgio Rollo
Aforisma Terzo
J.J Rousseau nel suo “Discorso sulle
Scienze e sulle Arti” palesò nell'arte, come ricercatezza, la sorgente
del lusso smodato, e di conseguenza della corruzione dei costumi. Così,
il Saggio Taoista non vuole che si esaltino i meritevoli, e disprezza i
beni ardui da raggiungere. Si pensa, che per “beni ardui da
raggiungere”, si intendano oggetti che per la loro realizzazione abbiano
richiesto molta fatica e molta perizia, e dunque molto denaro.
Questa sentenza potrebbe ricordare un
detto frequentemente usato della nostra civiltà latina, che si compendia
in queste parole: “occhio che non vede cuore che non duole”.
Secondo lo schema classico di società
tradizionale alla quale fa riferimento il Saggio Taoista, essa è divisa
in caste: nobile, militare, sacerdotale e plebea. Ciò che conviene
all'una, non conviene all'altra. Mentre l'ambizione è una ottima molla
per progredire quando essa si esplichi nei limiti del giusto buon senso,
nell'ambito delle caste nobile, militare e sacerdotale, diventa una
cattiva consigliera nell'animo della plebe. Con ciò non si vuol dire che
l'ambizione sia preclusa alla plebe, bensì limitata. Poiché per nascita
e per merito si fa parte delle tre caste superiori, ed il merito lo si
può conquistare sia sul campo di battaglia come sul versante dello
studio. Dunque per la plebe un sano rafforzamento delle ossa è
consigliabile. Ossia di portare i pesi gravi, nel senso di pesanti
fisicamente, per cui una robusta corporatura è sinonimo di ricchezza.
Tornerà in mente ai cultori di storia antica il discorso fatto da
Menenio Agrippa alla plebe in rivolta a Roma.
Il Saggio Taoista è avverso alla
cultura, non in quanto tale ma in quanto fatta superficialmente. Non c'è
peggior figura di persona di quella semi colta e fuoriuscita dall'alveo
della tradizione della propria comunità di appartenenza. Questa persona
non ha i fondamenti ultimi del sapere, e non ha l'umiltà necessaria per
conformarsi agli usi e tradizioni del suo mondo di origine; questi usi e
tradizioni sono la cultura popolare che si attaglia con il sangue alla
persona e le danno la sua propria identità. Una identità personale e di
gruppo, tale che la persona si senta inserita in un contesto che oltre
ad essere formativo, le dia sicurezza.
Il conoscere senza virtù porta allo
smodato desiderare. I “colti” secondo l'espressione del Saggio Taoista
potrebbero essere paragonati ai philosophes. Essi hanno una visione
d'insieme, ma è parziale e soggettiva dunque faziosa. Ecco perché
Federico II re di Prussia soleva dire: “Se voglio castigare una nazione
la affido al governo dei filosofi”.
Ogni struttura, sia essa minerale,
vegetale o animale è soggetta a determinate leggi sue proprie, le quali
si armonizzano con le Leggi Universali. |