ESTER
(per il
testo v.
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Questa parte del primo
capitolo di Ester (1a-1r) non si trova nella versione ebraica, ma solo
in quella greca, tuttavia poiche' in essa abbiamo la descrizione del
"sogno di Mardocheo", pensiamo di doverla prendere in considerazione e
inoltre, quale prefazione, di poter vedere in essa la sintesi del
messaggio di questo particolare libro della Bibbia.
1a -1c Il libro che stiamo esaminando e' intitolato "Ester" (= Ishtar =
Stella, e anche, se si sottintende "Ester Panim", = "Volto nascosto di
Dio") ma in effetti l'ebrea deportata, che si trova "fuori Luogo", cioe'
al di fuori di Israele, che diviene regina per la sua bellezza e grazia,
e' protagonista solo perche' obbedisce in tutto e per tutto a Mardocheo,
suo tutore e guida, e cosi' facendo, salva il suo popolo dallo
sterminio. Mardocheo e' in realta' il vero centro intorno a cui si
dipana la storia di Ester. Ma se Mardocheo significa "appartenente a
Marduck" e Marduck viene omologato a Bel, il dio babilonese
clamorosamente sconfitto dal profeta Daniele (Dan 14, 1-22) perche' mai
l'autore ha attribuito tale nome 'contaminato' all'eroe di "Ester"? Nel
versetto 1a viene elencata la genealogia di Mardocheo: figlio di Iair (=
Jahvheh brilla), figlio di Simei (= Simeone = Jahvheh ha esaudito),
figlio di Kis ( = prescelto, padre di Saul = concesso da Jahvheh, re di
Israele) della tribu' di Beniamino (= figlio della mano destra, figlio
della fortuna). Allora, quando questo singolare personaggio si trasforma
in un "appartenente a Marduck"? ... e proveniva dal gruppo di esuli
che Nabuccodonosor re di Babilonia aveva deportato da Gerusalemme con
Ieconia, re della Giudea. Probabilmente nello stesso momento in cui
viene assunto a corte. Ricordiamo che in Dan. 1, 6-7 a Daniele, Anania,
Misaele e Azaria sono stati cambiati i nomi dal capo dei funzionari del
re quando i giovani sono stati convocati per essere istruiti a corte.
Ugualmente Adassa (= mirto, ma anche "sposa") assume il nome persiano
Ester quando entra nel gineceo del re (Est. 2,7). Queste mutazioni di
nomi (e quindi di essenza, corrispondendo il nome alla sostanza della
cosa chiamata -nomen = omen, almeno come aspettativa di realizzazione)
fanno dunque "velo", maschera, copertura, alla realta' dei personaggi
biblici che, interiorizzati, assumono le caratteristiche dell'Altro, del
"Volto nascosto di Dio" come dicevamo sopra in relazione ed "Ester", per
meglio operare in "terra straniera", in esilio, dove sono costretti a
vivere o per "carestia" v, commento a Genesi (Gn. 12,10; Gn. 26,1; Gn.
42,1-2) e commento a Rut (Rt. 1,1) o per deportazione (Dan. 1, 1-2).
L'esilio, il "fuori Luogo", e' la' dove si e' costretti ad andare
quando non si e' piu' in grado di rimanere nel Luogo ( e per Luogo si
intende, Jahweh, l'Io Sono, la Coscienza, Daath, v. Est. 4, 14).
Dover andare in esilio in terra straniera e' cio' che succede spesso a
chi, discepolo sul Sentiero, ha avuto un assaggio di quello che si puo'
definire un contatto con il Se' , a chi e' divenuto "Israele" (= che ha
combattuto con gli uomini e con Dio e ha vinto), a chi conosce
Gerusalemme ( = la citta' Santa della Pace), ma non e' ancora in grado
di rimanervi costantemente, a chi ha insomma iniziato il processo di
"individuazione" o di "indiazione".
1d-1l Questo fu il sogno: ecco grida e tumulto, tuoni e terremoto,
agitazione sulla terra. Se per Terra intendiamo il Malkuth, la
personalita' fisica, il Regno, l'inizio del sogno fotografa lo stato
classico della "rivoluzione interiore": i tre mondi, fisico, astrale e
mentale sono sconvolti e in agitazione; e perche'? Ecco, due enormi
draghi avanzarono, pronti tutti e due alla lotta, e risuono' potente il
loro sibilo. Da sempre il serpente, il drago simboleggia il mondo
mentale (v. commento a Genesi 3, 1-5); qui il "drago" e' in subbuglio,
diviso in due parti: due draghi in lotta fra loro (uno bianco e uno
nero) e con alle spalle due popoli pure in lotta fra loro, due nazioni,
quella dei "giusti"o degli "umili" e quella dei "superbi": ma la guerra
tra "Bene" e "male" viene risolta dal grido del Bene che,
ascoltato dal Signore, produce prima una piccola fonte, poi un
grande fiume, acque copiose che purificano la Terra; allora
spunto' la Luce e il Sole: gli umili furono esaltati e divorarono i
superbi. Mardocheo riflette sul sogno (il sogno e' il mezzo che
abbiamo per conoscere i nostri veicoli sottili, la nostra psiche,
percio' e' importante studiarli e approfondirli), ancora egli non ne
conosce il significato profondo e profetico, ma continuava a
ripensarvi entro il suo cuore... fino a notte viene data qui una
tecnica per l'interpretazione dei sogni: "metterli nel cuore e tenerceli
fino a notte" vale a dire scaldarli nel centro del cuore e ternerli li',
come a covarli, nell'oscurita' della notte... fino a che non se ne vede
l'alba, cioe' la Luce della comprensione.
1m-1r Mardocheo vive a corte, sempre vigile e attento a quello che
succede nella terra straniera che lo ospita, scopre una congiura contro
il re Assuero (= da Assur, di Assiria, terra di Stelle, ma anche da
"sur" = medico e "asipu" = esorcista), denuncia i due eunuchi Bigtan (=
Gabata = alto) e Teres (= molle); cio' che e' alto e molle non e'
costruttivo, soprattutto se mira a mettere le mani sul re: essi
vengono riconosciuti colpevoli e condannati a morte. Subito dopo
troviamo, contrapposto a Mardocheo, Aman (= il grande, ma anche Amon =
che "dovrebbe" far luce), figlio di Ammedata, l'Agaghita (=nemico di
Israele), potente davanti al re.
Possiamo qui cominciare a
vedere il nostro primo Albero cabalistico, l'Albero del sogno di
Mardocheo:
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