I
caratteri dei personaggi della “Tempesta”
La parola carattere
ha piu` significati: impronta, marchio, segno impresso al quale si da`
un certo significato, qualita` morale di una persona, qualita` impressa
da un sacramento ecc., nel teatro in particolare indica la tipologia
dell’attore, e semplifica ed inquadra il suo ruolo in una determinata
commedia o tragedia. Il carattere da` il profilo psicologico del
personaggio e lo studio del carattere ne permette l’approfondimento,
cosicche` l’attore conoscendolo, puo` penetrarne tutte le sfumature e
interpretare al meglio il ruolo che gli compete.
Cominciamo ad esaminare
Prospero (= fertile, fortunato, favorevole). Come dicemmo nella
nostra interpretazione cabalistica della Tempesta, v.
www.taote.it cineforum, Prospero, nell’Albero di questa commedia
shakespeariana rappresenta il Geburah (=Forza) bianco, che de-caduto,
deve “redimersi” per poter tornare ad essere Duca, cioe` Signore del suo
Regno, e divenire Daath, Coscienza. Egli trascorre 12 anni in una
Isola, luogo di purificazione e istruzione operativa; dopo tale
periodo, egli giunge al momento risolutivo della Tempesta durante
la quale e` in grado di usare tutte quelle ‘arti magiche’ che gli
permettono di trasmutare le energie negative dell’Albero cioe` tutti i
personaggi come Antonio, Sebastiano, Stefano, Trinculo e Calibano, in
energie positive e di usare nello stesso tempo al meglio le energie che
gia` sono positive, cioe` tutti i personaggi come lui stesso, Ariel,
Alonso e Gonzalo. Scopo della Tempesta e` la riconquista del
Ducato perduto e il matrimonio della figlia Miranda (Malkuth) col
principe Ferdinando (Daath), le Nozze Mistiche che daranno origine al
Nuovo Albero della Rinascita.
Prospero, prima della
sua permanenza sull’Isola e` un duca imperfetto: manca di energia
femminile, perché non ha moglie, ma solo una figlia di tre anni. Dopo i
12 anni di ‘isolamento’, e dopo la Tempesta, non solo riconquista
il trono, cioe`il Potere perduto, ma avendo raggiunto la Saggezza (egli
sa come e quando agire sul fisico, sull’astrale e sul mentale) e avendo
sviluppato l’Amore (ama la figlia Miranda ed il servo Ariel di un amore
del tutto disinteressato) puo` rinunciare ad ogni attaccamento e
compiere l’Opera, cioe` dissolversi nella Triplice Fiamma del Divino,
simbolo dell’Assoluto.
L’attore che interpreta
Prospero dovrebbe riuscire a mostrare la graduale maturazione del
carattere del personaggio: dall’iniziale turbolenza psichica (nel
racconto della sua vicenda a Miranda) dovuta al rancore che prova verso
i suoi nemici per le ingiustizie subite e alla soddisfazione per l’ormai
prossima vendetta, fino ad arrivare alla totale serenita` e
pacificazione con se stesso e con le sue altre componenti interiori (nel
discorso agli elementali e poi in quello finale agli spettatori).
Miranda (da
Mirella = meravigliosa) nel nostro Albero cabalistico, rappresenta la
Shekinah, la pura e perfetta energia Divina che ha sede nel Malkuth e
che nella Manifestazione da sempre viene contesa al Bene dalle forze del
male. Qui il padre Prospero riesce a preservarla dalle grinfie di
Calibano che vorrebbe farla sua; nel corso della vicenda veniamo a
sapere anche che essa nell’Isola e` stata educata (=
tratta fuori) come una principessa, cioe` secondo la sua vera
natura, e che per questo fa impallidire ogni lode, sorpassandole
tutte.
Miranda e`
l’unico personaggio umano femminile che compare nella Tempesta, il suo
carattere e` spontaneo, dolce, sottomesso, ma quando si innamora a prima
vista del bel Ferdinando, il suo carattere si evolve: diventa deciso,
consapevole e determinato; essa sa subito quello che vuole e agisce di
conseguenza: senza chiederne il permesso al padre si promette e si
fidanza di sua scelta.
L’attrice che la
interpreta dovrebbe incarnare l’elemento femminile nella sua
completezza, con un pizzico di mistero che l’avvolga sempre nella sua
poetica fragilita` e una punta di senso pratico che la renda vera,
raggiungibile e gia` materna.
Ad Ariel (= leone divino) servo di Prospero, abbiamo attribuito l’aria di
Yetzirah, ma egli rappresenta tutto il piano astrale, infatti comanda ai
venti e alle acque che circondano l’Isola
perché in lui si manifesta la vera potenza di Prospero che, signore del
proprio pensiero e del proprio sentimento e` ormai in grado di
sottomettere il fuoco, l’aria e l’acqua dell’Isola
e di chi le si avvicina. Ariel
suona il flauto (simbolo della colonna vertebrale e dei centri o chakra
che su di essa fioriscono) e al suono del suo flauto obbedisce prima
Ferdinando per giungere da Miranda e poi il re Alonso con il suo seguito
per ‘smarrire la ragione’, secondo il piano stabilito da Prospero. Il
carattere di Ariel e` delicato,
un tantino permaloso, timoroso, ma anche fedele, sincero, amorevole;
egli aspira soprattutto alla liberta`, anche se questa lo allontanera`
per sempre dall’amato padrone e per tale motivo c’e` in lui una punta
di tristezza.
L’attore che interpreta Ariel
dovrebbe esprimere la grazia, la
leggerezza, l’umilta`, ma anche la contraddizione del desiderio di
sciogliersi da ogni legame e il timore di perdere la sicurezza dei
quell’ancoraggio sicuro…egli, come astrale, rappresenta anche la
creativita` e fantasia nonche` la femminilita` di Prospero, e` lui che
lo spinge al perdono e alla compassione. Ariel
e` il personaggio piu` affascinante
della Tempesta e forse il piu` difficile da interpretare per la varieta`
delle sue sfumature psicologiche.
Ferdinando
(che dona pace) nel nostro Albero cabalistico corrisponde alla sephirah
Daath (Coscienza) a lui e` destinata Miranda, la Meravigliosa; la
Tempesta fornisce la causa prossima dell’incontro dei due futuri
innamorati, ma Prospero ha programmato le Nozze della regale coppia per
12 anni. In Ferdinando egli trova
Pace ed in lui trasfonde il suo
amore per Miranda, l’amore che avrebbe dovuto essere della Madre di
Miranda. Ferdinando e` bello,
intelligente, nobile, leale, generoso, rispettoso, e pieno di
gratitudine per il suocero, e` il vero Principe delle fiabe e
interpretarlo significa incarnare la perfezione dell’essere umano.
L’attore che vuole identificarsi con Ferdinando
dovrebbe riuscire a rispecchiare in se` le tre virtu` teologali: Fede,
Speranza e Carita` ed insieme le quattro virtu` cardinali: Prudenza,
Giustizia, Fortezza e Temperanza, senza diventare stucchevole, il che
non e` certo facile.
Gonzalo (che
deriva da Consalvo = salvo in battaglia) l’abbiamo posto nel Chesed
(Giustizia) dell’Albero; egli e` il saggio consigliere di un re non
sempre giusto e che, nella sua lungimiranza cerca di correggere gli
errori del sovrano Alonso. A lui si deve la salvezza di Prospero e
soprattutto l’avergli concesso nell’esilio i libri di saggezza,
senza dei quali non sarebbe stata possibile la sua ‘redenzione’. Ma la
redenzione di Prospero e` la redenzione di tutto l’Albero e questo
Gonzalo lo sa: “…e, soprattutto ognuno di noi ha ritrovato se stesso,
proprio quando nessuno era piu` se stesso”.
Il carattere di
Gonzalo e` prudente, un po` utopistico, previdente e di lunga
esperienza, sa vedere il meglio anche dove c’e` il peggio, la sua
vecchiaia lo rende oggetto delle celie dei cortigiani del re, ma egli e`
conscio della sua superiorita` morale: le sue sono battaglie mentali, ma
ne esce sempre vincitore.
Alonso (che
deriva da Alfonso = nobile, pronto all’azione) l’abbiamo posto nel
Tiphereth (Bellezza) dell’Albero, in opposizione a Sebastiano, suo
fratello (sua ombra), egli per ambizione e perché mal consigliato ha
permesso ad Antonio di usurpare il seggio di Prospero, ma Alonso
e` anche il padre dello sposo promesso di Miranda, di Ferdinando, un
giovane pieno di ottime qualita` e quindi non puo` non essere un buon re
chi ha saputo generare un cosi` buon principe. La sua purificazione
passa attraverso il dolore per la possibile perdita del figlio e
attraverso lo smarrimento della ragione, ma il riconoscimento degli
errori commessi e la sua umilta` (chiede perdono a Miranda del torto
fatto al padre) lo reintegrano nel suo ruolo di “cuore” dell’Albero.
L’attore che interpreta
Alonso dovra` essere prima affranto, poi rassegnato, ma sempre
regale, magnanimo, paterno, solare.
Passiamo ora ad
esaminare i caratteri dei personaggi che abbiamo collocato sull’albero
nero: ecco Calibano (da Caleb = cane di dio). Lo abbiamo fatto
corrispondere all’astrale nero; in lui ritroviamo pigrizia e lussuria,
tradimento e odio; eppure anche lui e` utile: Prospero se ne serve per
i lavori pesanti, tagliare e portare la legna, per la ricerca del cibo e
dell’acqua, la sua forza non va sottovalutata, e` la forza dei 4
elementi dell’astrale, in corrispondenza a quella di Ariel, e ne e` il
negativo; pare sciocco e ingenuo, ma rispetto a Stefano e Triculo ha del
buon senso e sa distinguere il valore dalle cose. Alla fine, come tutti
gli altri, viene perdonato dei suoi peccati, ma non ci viene detto nulla
del suo destino, forse rimarra` a custodire l’isola, per il prossimo
Prospero di turno.
L’attore che interpreta
Calibano puo` estrarre da se` tutto il suo ‘male’ e guardarlo,
oggettivarlo e bruciarlo nella consapevolezza di quanto esso sia misero
e impotente (tu non puoi, tu menti gli ripete piu` volte Ariel)
di fronte alla grandezza e bellezza del Bene. Calibano e` deforme, e
quindi brutto, vile, invidioso e traditore, ma che si puo` pretendere
dal figlio di un diavolo e di una strega?
Trinculo (=
tripla cavita`, tre volte vuoto) e` un personaggio dal carattere
assai pittoresco: fa parte dell’equipaggio del re Alonso, e` spalla di
Stefano e di lui vive; e` un semplicione, tra i vizi dell’albero nero
puo` rappresentare la pigrizia, ma anche la vilta` e la fiacchezza. Non
e` cattivo, e` ‘niente’, un triplo niente, vorrebbe solo starsene
tranquillo e non avere grane, ma la compagnia a cui si associa, Stefano
e Calibano, lo porta a dover subire le punizioni ad essi destinate.
L’attore che interpreta
Trinculo potrebbe divertirsi e ridere di se stesso, nel suo
carattere non c’e` problematica esistenziale, non c’e` etica, non ci
sono doveri, solo un lasciarsi vivere senza perché.
Stefano (=
ghirlanda, corona) ha il carattere del briccone genuino e verace
tale da poter essere decorato con la ghirlanda, con la corona dei
campioni dei furfanti: e` beone, borioso, strafottente, vanitoso,
invidioso e pure stupido e pauroso, (alla fine se ne accorge anche
Calibano). Tra i vizi dell’albero nero rappresenta l’intemperanza. Con i
suoi compari Trinculo e Calibano viene tenuto a mollo da Ariel nella
fogna, il posto che compete i ‘puzzolenti’ e poi torturato dagli
spiritelli con pizzichi, punture e legnate…Povero Stefano!
Istigato da Calibano sogna di diventare re, di possedere l’Isola e
Miranda, avere sudditi e onori e non si rende conto che gli si chiede
solo di diventare un buono e ubbidiente marinaio addetto alla cambusa.
L’attore-Stefano
dovrebbe mostrare i suoi difetti con disinvolta semplicita`, senza
strafare nell’uno o nell’altro, ma offrirli furbescamente tutti
insieme, come un mazzo di fiori, per farsi perdonare la presunzione e
l’ardire di voler essere quello che non e`. Insieme all’attore-Trinculo
dovrebbe giocare il ruolo di buffone di corte, in cui la corte e` la
compagnia e il re e` lo spettatore; dai loro dialoghi e dalle loro
disavventure dovrebbe scaturire per il re-spettatore la saggezza dei
Proverbi: “…non guardare il vino quando rosseggia… finira` col
morderti come un serpente e pungerti come una vipera. Allora i tuoi
occhi vedranno cose strane e la tua mente dira` cose sconnesse. Ti
parra` di giacere in alto mare o di dormire in cima all’albero maestro…
Quando mi svegliero`? Ne chiedero` dell’altro!” (Prv. 23,31-35)
Abbiamo posto Sebastiano
(= onorabile al bianco, disonorabile al nero) sul Tiphereth negativo
dell’albero nero perché, istigato da Antonio, pensa di poter usurpare il
trono del fratello Alonso (Tiphereth bianco). Il carattere
di Sebastiano non e` del tutto malvagio, quando Antonio gli propone
l’assassinio chiede: “… e la coscienza?”
Ma poi l’ambizione e l’invidia lo vincono e si lascia persuadere.
Sebastiano fa da spalla ad Antonio, lo asseconda anche nelle celie
contro Gonzalo, e` piu` un cortigiano sleale che un vero omicida,
infatti poi il delitto non si compie.
L’attore che interpreta
Sebastiano dovrebbe mostrare quella subdola vigliaccheria di chi
non osa agire da solo, sogna magari di ribellarsi al suo signore, ma non
ha il coraggio di farlo. Cova il risentimento per anni e ha paura del
suo stesso sentire, vive in contraddizione con se stesso e, come tutti i
deboli, segue la corrente del momento: falso, indeciso, codardo.
Infine arriviamo ad
Antonio (= colui che affronta), l’ombra di Prospero, la vera mente
negativa dell’albero, e` gia` colpevole di delitti (ha usurpato il
seggio a Prospero e praticamente ne ha decretato la morte insieme alla
figlia Miranda) ora, non pago, vuole che anche Sebastiano si macchi
della stessa sua colpa: il male in lui e` consolidato, solo l’arte di
Prospero, (il fargli smarrire la ragione) provoca quella interruzione
nel fluire dell’energia negativa che ne permette la redenzione,
tagliandola alla radice. La pazzia, il caos della mente, in questo caso
e` una forbice dalle lame affilate: pota l’albero e lo rinnova.
L’attore-Antonio
per interpretarne bene il carattere dovrebbe essere freddo,
spietato, subdolo, calcolatore, ma anche opportunista, scaltro e
adulatore fino all’epilogo, quando la restituzione del ducato a Prospero
cancella la sua colpa e il perdono del fratello lo reintegra nell’Albero
bianco.
Termina cosi` questo
nostro breve studio dei caratteri dei personaggi della Tempesta:
e con cio` auguriamo a tutti gli attori buono studio e buon lavoro!
Albero dei Personaggi
della Tempesta
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