LA TEMPESTA
(di W. Shakespeare)
Spunti di riflessioni

 

Dalla famiglia ne “La Tempesta” alla famiglia di oggi.
Per la sintesi de “La Tempesta”  e varie interpretazioni della commedia v.
www.taote.it cineforum

 

L’ideale della famiglia proposto da W. Shakespeare (rapporto padre-figlia, padre-figlio, marito-moglie) nella Tempesta e` altissimo. Ma oggi chi potrebbe condividerlo?
Dal Devoto, nel ‘Dizionario della lingua italiana’ la famiglia e` cosi` definita: nucleo sociale rappresentato da due o piu` individui, legati tra loro da un vincolo reciproco di matrimonio, di parentela o di affinita`.
L’esagramma 37 dell’I Ching “La Casata”, relativo alla famiglia, se approfondito, ci fornisce tutti gli insegnamenti basilari per la conoscenza di questo Archetipo. In esso ritroviamo le tre fondamentali componenti di ogni Bene: ordine, gerarchia, affetto, riflessi della Triade che  compone la stessa Divinita`: Saggezza, Potere e Amore. L’ordine, quale specchiatura dell’Ordine Cosmico in cui si manifesta la Sapienza Divina; gerarchia, quale riflesso della Gerarchia Angelica in cui si esprime l’Unica Vera Potenza; affetto, quale ‘ricordo’ umano dell’Amore Impersonale del’Io Sono per la sua creatura.
Nella ‘Casata’ del testo taoista la femminilita` (la colonna di sinistra dell’Albero) viene messa in risalto: propizia e` la perseveranza della donna e cosi` pure le qualita` della coerenza e della costanza intese come ‘legami” (sempre della colonna di Binah = Comprensione, la Sephirah femminile dell’Albero cabalistico) che favoriscono la collaborazione: “cosi` - dice l’I Ching - il nobile e` coerente nelle sue parole e costante nelle sue azioni”. Proseguendo poi nella lettura dei commenti e delle varianti troviamo che la Casata offre ai suoi componenti cibo, riposo e accoglienza, purche` si sia disposti a dare il contributo che compete, relativo al proprio ruolo; che il ruolo sia giusto e conservato durevolmente e` il segreto per la riuscita del gruppo costituito. La Casata rappresenta la cellula dello stato e, quando e` ordinata e retta, ne e` il fondamento e quindi la “Forza”. (v. commento all’I Ching  di F. V. esagramma n. 37  la Casata www.taozen.it  I King e Kabbalah)
Nella Tempesta ritroviamo fin dai primi dialoghi tra Prospero (il padre) e Miranda (la figlia) l’ordine: il padre e` saggio e plasmatore e la figlia e` mite e plasmabile; la gerarchia: il padre comanda, la figlia ubbidisce; e l’affetto; padre e figlia si amano altruisticamente e desiderano l’una la felicita` dell’altro. Gli stessi positivi rapporti di ordine, gerarchia e affetto li ritroviamo nei dialoghi tra il re Alonso e il figlio Ferdinando ed ancora nel matrimonio dei due giovani come lo ha creato e inquadrato Prospero:<<… io non vivo che per lei, La affido alle tue mani… eccoti dunque mia figlia, prendila come un dono. Ma se scioglierai il nodo verginale prima della cerimonia e dei riti sacri, sappi che nessuna rugiada piovera` sulle vostre nozze e la terra della vostra unione diverra` sterile… >>
Ed eccoci al tema della nostro appuntamento: l’ideale della famiglia della Tempesta e` altissimo, ma come condividerlo oggi? Nella societa` occidentale odierna purtroppo i padri non sono piu` nel rapporto di ordine, gerarchia e affetto con i figli; ne` il  matrimonio purtroppo e` piu` basato sulla purezza degli sposi e indissolubilita` del vincolo.
Si potrebbe allora rispondere che non c’e` nulla da condividere perché le cose sono cambiate: la vita e` Mutamento, tutto cambia ed e` cambiato il rapporto tra i genitori e figli e il matrimonio come istituzione; che pertanto non ci si puo` fare nulla se non aspettare l’evolvere degli eventi, per cui dall’attuale sfacelo della famiglia e quindi della societa`, prima o poi nascera` qualcosa di nuovo e positivo. Questa risposta fatalista ci fa pensare a quel tale che, avendo bevuto troppo e fumando l’ennesima  sigaretta,  ha lasciato cadere la cicca sul tappeto, che ha preso fuoco ed egli, invece di buttarci sopra l’acqua per spegnere l’incendio, essendo ubriaco, ci ha versato il resto della bottiglia di liquore per ‘assistere e contribuire al  cambiamento’, distruggendo se stesso e l’intera casa.
Ma torniamo alla famiglia di oggi. L’incendio e` gia` scoppiato, siamo ancora in grado di spegnerlo e di salvare la Casa?L’emancipazione della donna occidentale ottenuta con il lavoro e quindi l’indipendenza economica, nonche` l’emancipazione sessuale ottenuta con il divorzio, la pillola e l’aborto legalizzato ci hanno portato ai risultati attuali: sfaldamento totale della famiglia, cellula dello stato e della societa`. Tornare indietro non si puo`; andare avanti sulla strada intrapresa, lo vedrebbe anche un cieco, ci porta all’estinzione della nostra civilta`: niente figli, niente futuro.
Che fare? Per seguitare il paragone dell’incendio dobbiamo correre a prendere l’acqua e versarla sul fuoco…rivalutando la donna-donna, madre ed educatrice, fondamento della famiglia e della Casata.
Noi siamo convinti che nelle famiglie prima e nelle scuole poi dovrebbero essere reintrodotti i principi di ordine, gerarchia e amore. Con una particolare attenzione allo studio dei giusti ruoli e della loro durata. Materia dell’educazione dovrebbe quindi essere ‘la responsabilizzazione’ dei giovani a divenire futuri padri e madri.    Se il matrimonio ha lo scopo di costruire una famiglia per avere i figli, questa dovrebbe durare almeno i 18 anni che occorrono per  allevarne uno e poiche` qualcuno deve pur educarli, chi decide di avere  figli dovrebbe, almeno per i primi anni avere come lavoro l’educazione degli stessi, compito che una volta era esclusivamente della madre. Per i genitori che lavorano entrambi fuori casa, cercare di conciliare lavoro ed educazione dei figli significa per lo piu` fare male le due cose con i conseguenti danni per i figli, la famiglia, la societa`.  Si obbiettera`: come, dopo aver studiato per anni e faticato a trovare un lavoro, come puo` la donna interrompere una carriera per decidere di dedicarsi alla maternita`ed avere figli?
Si potrebbe istituire la carriera del Genitore. Creare con il ‘Ministero’ dedicato alla famiglia una professione ‘statale’ vecchissima, ma nuova: la Madre (o il Padre) di Stato, come c’e` la Polizia di Stato o l’Esercito; avremo il ‘Genitore in servizio’ (magari uno solo dei due, preferibilmente la donna, come nell’esercito e nella polizia dovrebbe preferirsi l’uomo, ma con possibilita` per entrambi di accedere alla professione): contratti  di minimo 18 anni di servizio a tempo pieno nei primi tre anni e poi con graduali diminuzione delle ore obligatorie di lavoro, con corsi di aggiornamento ed esami da superare ecc. ecc.. e premi per il numero di figli allevati. Se un ingegnere o un avvocato deve studiare venti anni per diventare tale, perché non istituire la professione di ‘Genitore’ che ci sembra altrettanto e forse piu` importante?  Con gli incentivi economici e le campagne divulgative, torneremo  a rivalutare il ruolo fondamentale e insostituibile della famiglia.  Quello che prima era istinto naturale, dovrebbe diventare, dopo questo periodo di sbandamento, scelta consapevole. Abbiamo scoperto l’acqua calda? Ma come finanziare questa spesa sociale e dove reperire i capitali? Tagliando i fondi a tutto cio` che e` diseducativo (feste, spettacoli e manifestazioni di arte malata: sprechi destinati a riempire le tasche di pochi privilegiati) e riducendo le spese dei settori inutili quali enti e burocrazie che si sono moltiplicate all’infinito e che sono servite solo a creare clientele politiche. Ma quando il fuoco sta per bruciare la casa, ci si puo` preoccupare  della potabilita` dell’acqua che stiamo per versargli sopra o domandarci se l’acqua doveva servire per altri scopi? Noi crediamo che quando e` in gioco la sopravvivenza, gli altri interessi dovrebbero passare in seconda linea.
Si dovrebbe ovviamente anche reinserire il concetto di educazione nelle tv e nei giornali con multe salate a chi dis-educa, e tagliare drasticamente le pubblicita` e vietare la progettazione e diffusione dei films e degli spettacoli che inducono alla violenza e a confondere i concetti di Bene e male, facendo credere che liberta` corrisponda a licenza, e che sbagliare o trasgredire divenga merito. Ma questo dovrebbe essere fatto immediatamente e solo per buonsenso, se si vuole cominciare a spegnere l’incendio di cui sopra e sempre che  non sia ormai troppo tardi.Ma torniamo alla Tempesta e alla famiglia di Prospero, avevamo detto che l’ideale di famiglia qui descritto da Shakespeare e` altissimo, tuttavia, ci chiediamo, in questa commedia, il rapporto fondamentale madre-figlio e madre-figlia che fine ha fatto? Diciamo che a vedere bene, il ruolo ‘materno’ e` del tutto inesistente e manca quindi ogni possibilita` di sviluppo del rapporto madre-figli. Prospero probabilmente e` rimasto vedovo subito dopo la nascita di Miranda ed e` per questo, forse, che si e` dedicato alla ‘magia’ trascurando i suoi doveri di Duca di Milano, di qui la perdita del Ducato, l’esilio e… la Tempesta.
La morte della madre o l’oblio del suo ruolo portano, Shakespeare insegna, a tali nefaste conseguenze.
La nostra societa` ha dimenticato il ruolo di Madre e ora stiamo perdendo il Ducato. Se ancora siamo in tempo, cerchiamo di evitare l’esilio…perché potrebbe non esserci un Qualcuno che ci offre la barca di salvataggio con cibi e libri…

 

Grazie. F. V.



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