Savvicina il giorno delle nozze fra Teseo, duca dAtene,
e Ippolita, regina delle Amazzoni. Mentre fervono i preparativi si presenta
Egeo, un
"suddito", per accusare sua figlia Ermia di disubbidienza: La ragazza
si rifiuta di sposare Demetrio, destinatole dal padre, poiché è
innamorata
di Lisandro. Elena, amica di Ermia, è a sua volta innamorata di Demetrio,
ma il suo amore non è corrisposto. Il duca spiega alla ragazza che, in
caso di disubbidienza, la legge prevede la morte o la clausura in un convento.
A questo punto i due innamorati decidono di fuggire e si danno
appuntamento nel bosco, laddove troveremo pure Demetrio ed Elena, avendogli
questultima raccontato della fuga dei due. Ma la stessa notte
in quel bosco vi saranno altre presenze: una comitiva di attori dilettanti composta
da umili artigiani, i quali dovranno provare una commedia da
offrire al duca il giorno delle nozze; nonché Oberon, re delle fate,
e Titania, regina delle fate, con i loro seguiti di folletti e silfidi: il re
vuole
dare una lezione alla regina ed ordina a Puck, un suo giullare-spiritello, di
andargli a prendere un fiore su cui una volta cadde una freccia
damore scagliata da Cupido: " il succo di esso, versato sulle palpebre
di chi dorme, lo farà impazzire damore per la prima creatura vivente
che
vedrà al risveglio". Puck porta la pianta ed Oberon ne versa il
succo sulle palpebre di Titania sua moglie, facendo in modo che si innamori
di
uno degli attori dilettanti a cui Puck metterà una testa dasino.
Quando però Il re delle fate si imbatte in Elena e nel suo amore disperato
per
Demetrio, ha pietà della ragazza ed ordina al suo giullare di versare
una goccia di quel succo nelle palpebre del giovane. Puck sbaglia uomo:
versa il magico collirio negli occhi di Lisandro, il quale al risveglio posa
il suo primo sguardo su Elena e se ne innamora. Ne nasce un
pasticcio, a cui Oberon infine pone termine: Demetrio si innamorerà di
Elena, Lisandro riamerà Ermia, re e regina ritroveranno la pace e
larmonia. Tutto é pronto per le nozze di Teseo e Ippolita: la compagnia
degli artigiani-attori, recitando la più scalcagnata delle commedie,
mostrerà i toni più alti dellumorismo di Shakespeare.Questa,
la vicenda. Quel grande maestro che è Shakespeare, con questo suo
divertentissimo Sogno ci ricorda ancora una volta come la nostra coscienza è
capace di proiettare sullo schemo della mente personaggi, boschi,
lune, soli e mondi interi. Come tutto un intero romanzo fatto di spazi, di tempi,
di uomini e cose, di monti e di mondi, è potenzialmente
racchiuso nella punta di una matita, allo stesso modo tutti gli infiniti mondi
sono proiettati da una piccolissima monade, che lUna e indivisa
Coscienza Cosmica (Dio) ha "personalizzato" in noi. Questo gioco della
Coscienza il nostro sommo poeta lo conosce benissimo e si diverte a
giocarlo da secoli attraverso le nostre menti. E noi, come tutti quelli che
ci hanno preceduto, anziché afferrare il Silenzio racchiuso nella sua
opera poetica ci lasciamo catturare dalla vicenda. Questa commedia è
simile ad una ruota a quattro raggi: il mozzo di essa è lAmore,
i 4 raggi
sono i suoi quattro modi di manifestarsi, che sono tutti stretti dal giocoso
abbraccio di un cerchione fatto di puro divertimento. LArchetipo
Eros permea di sé ogni angolo della farsa. Esso va dallamore narcisistico
di Nick Bottom, il tessitore-attore dilettante che vorrebbe recitare
tutte le parti della stramba tragedia scritta dal suo amico falegname Pietro
Zeppa, allamore di Teseo e Ippolita, quello che unisce due persone
sveglie (il minotauro che il Teseo mitologico ha sconfitto, nella metà
umana rappresenta lego e nella parte taurina listintualità,
lanimalità; da
parte sua Ippolita quale regina delle Amazzoni ha domato le stesse cose rappresentate
dal cavallo, che non più bizzarrro e selvaggio è ormai a
servizio). Un Archetipo che fa muovere come burattini le due coppie Ermia-Lisandro
e Elena-Demetrio, e che fa divertire la coppia Titania-
Oberon, il cui amore notturno si nutre di luna e di giochi. E proprio
allombra di questo amore archetipico (Oberon ha visto Eros scagliare la
freccia ad una vestale e mancarla, e sa dove è caduto il dardo) che ruotano
gli amori umani, i quali sembrano solo effetti di una causa più
grande che toglie a ciascuna vicenda qualsiasi autonomia. Ogni moto danimo
è creato da una magia non sospettata da quei personaggi convinti
di essere soggetti ben definiti. E una buona lezione questa, perché
tutti noi spesso, guardando questo infinito universo e dilagandovi con
lanima nostra, scordiamo di essere anche dei piccoli parassiti che su
questa terra sono legati a tutte le forme viventi, ma soprattutto non
vogliamo ammettere che questo mondo possa essere popolato da infinite creature
di cui non immaginiamo nemmeno lesistenza. Il film è ben
diretto da Michael Hoffman, il quale si è attenuto quasi completamente
al testo ed è rimasto sempre in sintonia con lo spirito della farsa di
cui
esso è zuppo. Lesilarante rappresentazione del dramma di Piramo
e Tisbe da parte degli artigiani sudditi del duca a fine commedia è un
puro
divertimento che solo un geniale autore di teatro come Shakespeare può
concedersi: solo i grandi sanno prendersi in giro. Lintroduzione nel
film delle biciclette e lambientazione nel primo novecento potrebbe essere
omologata ad accettazione, da parte del regista, del principio
shakespeariano secondo cui la vita era sogno, lo è nel duemila e lo sarà
sempre. Quanto alla metamorfosi di Bottom (la provvisoria testa
dasino) non cadiamo nel tranello tesoci dal nostro grande poeta, non andremo
a scomodare né Apuleio, né Collodi, perché non vorremmo
passar per asini. Difatti Shekespeare fa dire allo stesso Botton nellatto
quinto:" Ho avuto una visione che levati! Ho fatto un sogno che non cè
testa di scienziato che possa dire che sogno era. SE UNO SI METTESSE A SPIEGARE
QUESTO SOGNO , E UN SOMARO" (Sogno..
edizione Oscar classici Mondadori tradotto da Calenda e Melchiori
con un bel saggio introduttivo di Anna Luisa Zaso). Ma
di quale
sogno sta a parlare lautore, di quello di Botton, del Sogno di una notte
di mezza estate che abbiamo appena finito di SPIEGARE (!) , o del
sogno della vita? Noi siamo propensi a credere che voglia abbracciare tutte
e tre le ipotesi, quindi vogliate comunque scusare la nostra
approssimativa ragliata, e se potete, vivetela pure come un brevissimo sogno,
perché, lo sappiate o no, anche questo vostro andare a spasso
per Internet è sogno: cè un sogno per tutte le stagioni.
Grazie N. M.