Genesi 16
E' questa una fase della
ricerca molto importante. Il mistico si è duramente lavorato. Ha scavato
in se stesso come in una profonda miniera, ed ha delegato ogni potere
alla sua anima, unica intermadiaria fra corpo e Spirito. Come un gatto
davanti alla tana della preda, esso sta, in costante consapevolezza,
pronto ad afferrare in sé la nascita del "nuovo" , del "figlio". Ma
l'anima deve, come un magnete, saper attirare il raggio di luce che
possa fecondarla, ed è questa, cosa difficilissima. Se essa non è come
un'acqua in continua ebollizione, che con il suo canto disperato offre
se stessa in vapore al cielo; se non è disposta, come una candela, a
consumarsi completamente pur di brillare come un piccolo faro; se non
riesce a farsi poesia, il corpo, come una bella addormentata, continuerà
a permanere in coma profondo, privo di Vita, di Spirito.
Ma a volte l'attesa si fa lunga e dura, ed il mistico diventa
impaziente. E' a questo punto che Sarai, la sua stanca anima, comincia a
distogliere lo sguardo dal cielo: si guarda intorno, mette da parte ogni
fuoco d'amore, l'unico che possa condurre alla procreazione, e cerca di
trovare una soluzione consolatoria. Il suo sguardo si posa per primo
sulla sua schiava egiziana Agar.
Ma chi è Agar? Per un mistico, la schiava della sua anima non può che
essere l'ego domato. Ma cosa vuol dire allora rivolgersi ad essa per
avere un figlio? Vuol dire provvedere alla creazione con il solo corpo,
con l'anima asservita alla terra piuttosto che al cielo. La cosa è
paragonabile a quelle parole vuote e senz'anima lanciate in aria da un
parlatore che usando lingua, fiato e corde vocali, esclude cuore e
mente: esse sono sue figlie, sue creature, ma è come se mancassero del
suo sangue. Un figlio concepito in questo modo creerà problemi prima
ancora di nascere, perché l'anima-Sarai subirà una trasformazione in
anima-Agar, e cioè, come si diceva prima, la propensione verso l'alto,
verso l'interiorità, viene messa da parte, a favore di una affermata
esteriorità. Ecco perché Agar non rispetta più quella che era la sua
padrona e signora, ed ecco anche perché Sarai si ribella a questa
situazione inaspettata e chiede ad Abram di porvi rimedio. Ma è stata
lei ad aver causato il proprio danno, e lei dovrà risolvere il problema.
E' quello che Abram le dice. A questo punto Agar viene allontanata dalla
sua padrona: fuor di metafora, riprende il sopravvento la propensione al
Cielo. Ed ecco cosa succede all'interno di quel fantastico laboratorio
alchemico che è Abram: anche un tale improprio concepimento va
recuperato, perché chi cerca Dio è nel giusto, e tutti i suoi figli sono
benedetti: Omnia munda mundis. Quel figlio, che verrà chiamato
Ismaele, sarà benedetto se Agar tornerà dalla sua padrona e si
sottometterà ad essa. Questa è la condizione.
Da un altro punto di vista Ismaele sarà il braccio sinistro di Abram
come Isacco sarà il braccio destro ( o se vi piace, il contrario). Qui
nascono le due grandi religioni monoteistiche: l'Islam e Israele.
Possiamo cominciare a vedere in questi due personaggi, entrambi figli di
Abram, le caratteristiche dei due grandi movimenti religiosi. Ismaele ha
un carattere focoso, estroverso; Isacco, come vedremo, avrà un carattere
flemmatico ed introverso. Uno è tutto cuore, l'altro è tutto mente,
mentre il corpo di entrambi è Gerusalemme, luogo in cui sta un terzo
figlio di Abram (cosa che tutti preferiscono ignorare): Gesù, che è la
sintesi di entrambi.
Il concepimento e la conseguente nascita di Ismaele è un evento molto
importante, perché attraverso I fratelli Ismaeliti, molti secoli più
tardi la Benedizione di Dio raggiungerà, per mezzo del Corano, i
quattro angoli del mondo, come già era avvenuto con la Torah ed i
Vangeli.
Grazie. Nat |